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Il Festival organistico internazionale alle battute finali

Il Festival organistico internazionale alle battute finali

SENIGALLIA – Battute finali  del Festival organistico internazionale ‘Città si Senigallia’: giovedì 13 agosto p.v., alle ore 21.00, il festival  chiude a  Senigallia, presso la Chiesa dei Cancelli, un’edizione particolare che ha riscosso grande apprezzamento.  Il programma prende spunto dal recente libro del vescovo di Senigallia, Franco Manenti, sulla  “Salve Regina” l’antica preghiera mariana: è una sorta di saluto che contiene un’invocazione alla Vergine, inserita dalla pietà popolare al termine della recita del rosario e dalla Chiesa al termine della preghiera di compieta.

La Salve Regina è anche una delle quattro antifone mariane, databile all’XI secolo, ed è una delle melodie gregoriane più antiche. Si presenta ai nostri giorni in diverse versioni redatte in base all’uso liturgico e all’ordine religioso. Il testo è attribuito ad Ermanno il Contratto (1013- 1054), religioso del monastero di Reichenau, “contratto” a causa di una grave deformazione fisica sopperita – stando alle principali fonti sulla sua vita – con una grande nobiltà d’animo che lo portò a scrivere un componimento come il Salve Regina in cui l’orante, oppresso dalla vita terrena “valle di lacrime”, chiede alla Santa Madre, “avvocata” che si fa carico anche delle cause dei più miserabili di fronte a Dio, di essere redento dopo l’esilio terreno.

Numerosissimi, poi, sono i compositori che, nel corso della storia, si sono servitidi questo testo per musicarlo. Il programma di questo concerto vuole proporre un rapido volo attraverso le epoche, cercando di analizzare come la Madre di Dio, «stella» della musica abbia ispirato da secoli composizione d’autore. L’organista Federica Iannella, insieme al Mezzosoprano Daniela Nuzzoli e al Tenore Raul Hernandez, eseguiranno musiche in onore della Vergine Maria. Partendo dall’antica prassi dell’alternatim nel brano gregoriano del Salve Regina di Peeter Cornet (ca. 1570-1633) si arriverà a brani ottocenteschi, come gli spartiti di Ceccherini e Luzzi dell’archivio della SS. Annunziata di Firenze, o i più conosciuti Bellini, Puccini e Mascagni.

 

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