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Il Comitato cittadino ha presentato quattro istanze (di facile attuazione) al nuovo sindaco

Il Comitato cittadino ha presentato quattro istanze (di facile attuazione) al nuovo sindaco

SENIGALLIA – Dal Comitato cittadino a difesa dell’Ospedale di Senigallia riceviamo: “ Ci sta a cuore il nostro Ospedale. Come dicemmo in tempi non sospetti: “appena insediato il Sindaco, chiunque esso sia, chiederemo un incontro…”

“Abbiamo mantenuto fede ai nostri intenti. Il primo cittadino, avvocato Massimo Olivetti, ci ha ricevuto!

“Gli abbiamo presentato 4 semplici istanze che, nella precedente amministrazione, era impossibile ed improbabile formulare:

“Egregio signor Sindaco, il nostro Comitato le chiede di verificare la fattibilità delle seguenti richieste cittadine:

1) un gazebo mobile nei pressi del comune (lato via Mastai) riservato ai disabili;

2) un tendone di copertura per i pazienti in fila in attesa di accedere al laboratorio analisi;

3) la possibilità di tumulare, nelle tombe ipogee cimiteriali, a seguito delll’ordinanza n.138/2019;

4)  una modifica alla viabilità nel “lungomare Leonardo da Vinci ripristinando il  doppio senso di circolazione limitatamente ai tratti di strada possibili e nei mesi graditi ai cittadini e agli esercenti. Ringraziandola della disponibilità e dell’attenzione a noi prestata auguriamo  buon lavoro e porgiamo cordiali saluti”.

“Queste sono state 4 semplici desiderata che si sono rivelate impossibili da realizzare con la precedente amministrazione. Dal 5 di ottobre un “cambio di passo” sembra fattibile.

“Ora ci attendiamo delle risposte concrete dalla nuova amministrazione che non mancheremo di portare all’attenzione dei cittadini.

“Nell’occasione gli abbiamo donato anche una maglietta che rappresenta oramai, nell’immaginario cittadino, il nostro Comitato con scritto; “Ci sta a cuore l’Ospedale di Senigallia”

“A fronte di questo positivo cambio di passo amministrativo, non indifferente e che dà speranze, i cittadini si scontrano purtroppo tutt’oggi con la realtà sanitaria della (dis)organizzazione del Servizio di Laboratorio Analisi. Non poteva essere altrimenti essendo il Laboratorio ormai un’appendice di quello di Jesi!

“Il fine settimana ha visto ancora cittadini in fila sotto il sole (vedremo la prossima settimana sotto la pioggia !!) nonché la segreteria dell’accettazione utenti “scoperta” nel personale.

“Una sola operatrice era operativa allo sportello. Viene riferito che le altre colleghe erano purtroppo in malattia, e non è la prima volta che questo inconveniente accade.

“Fermo restando che la tutela della salute dei lavoratori è un diritto, soprattutto in questi momenti difficili per la pandemia in atto, ci chiediamo se sia mai possibile che di fronte a questa (dis)organizzazione il dirigente aziendale non provveda alla carenza del personale mandando in  in “tilt”  il Servizio?

“C’è una posizione organizzativa amministrativa e un dirigente amministrativo che hanno questo ruolo specifico:  è mai possibile che non si prevedano soluzioni che tutelino l’emergenza e l’efficienza del Laboratorio Analisi ? Non crediamo sia opportuno scaricare la responsabilità sul dirigente facente funzioni (temporaneo e con poteri di gestione limitati) e quanto meno sul personale (tutto) del Servizio.

“I lavoratori fanno del loro meglio sobbarcandosi anche il carico di lavoro dei colleghi assenti. Un proverbio recita: “non si fanno le nozze con i fichi secchi”. Cari dirigenti ponete fine a questo stillicidio disorganizzativo.In situazioni di emergenza data dalla carenza di addetti amministrativi una soluzione possibile potrebbe essere, ad esempio, l’impiego di infermieri, con limitazioni funzionali.

“Ma fermate questo vergognoso disservizio. Non costringiamo i cittadini a dirottare la loro attenzione e le loro necessità verso i servizi  privati.

“Non si cambia la sanità pubblica con quella privata e non si demotivano i lavoratori che si dannano l’anima per soddisfare le richieste di pazienti che si presentano allo sportello (sono sempre meno quelli che riversano le loro necessità su quello che una volta era una eccellenza del nostro Ospedale). La sanità pubblica è un diritto di tutti, fatevene carico….. oppure lasciate l’incarico”.

 

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