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Gli confiscano la casa per errore: dopo sei anni se la vede restituire

Gli confiscano la casa per errore: dopo sei anni se la vede restituire

SENIGALLIA – Un errore giudiziario di quelli che fanno tremare i polsi. La vittima è niente meno che un agente di polizia che, nel giugno del 2014 si era visto sequestrare la casa a Trecastelli e poi, nell’ottobre 2018, ne aveva subito addirittura la confisca a margine di un processo penale a cui lui era del tutto estraneo.

Una storia a lieto fine, per fortuna. Ma quanta angoscia, a fronte della reale possibilità di perdere definitivamente un immobile acquistato con i sacrifici di una vita e con l’onorevole ma certamente non esorbitante stipendio da integerrimo agente di polizia.

La “sfortuna” ha voluto che l’ignaro proprietario dell’immobile avesse acquistato la casa, con l’intermediazione di un’agenzia, dalla figlia di un soggetto poi condannato in primo grado dal Tribunale di Ancona per reati collegati all’elusione di misure di prevenzione a carattere patrimoniale anti-mafia.

Il proprietario più volte aveva tentato di ottenere la restituzione dell’immobile anche con istanze e solleciti dichiarando la sua totale estraneità, ma ogni decisione giudiziaria era stata sempre rinviata. Fino alla sentenza dell’ottobre 2018 in cui il Tribunale confiscava l’immobile sulla base del presupposto errato che la proprietà fosse ancora in capo alla figlia del pregiudicato condannato in primo grado.

Da qui la nuova iniziativa del legittimo proprietario che, assistito questa volta dall’Avvocato Roberto Paradisi (nella foto), presentava una articolata istanza alla Corte di Appello di Ancona dimostrando non solo la totale estraneità ai fatti per cui si era celebrato processo ma anche la regolarità e la buona fede dell’acquisto.  Fino alla sentenza liberatoria di questi giorni arrivata dopo la discussione orale in Corte che ha messo fine ad un incubo che sembrava infinito.

“Purtroppo – ha spiegato l’Avv. Paradisi – l’errore si era radicato fin dal decreto di sequestro del Gip e nonostante il Nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza avesse invece, nei propri atti, messo correttamente in evidenza il passaggio di proprietà dell’immobile. Un errore che si è trascinato nel processo fino all’epilogo. Peraltro l’immobile era stato acquistato in tempi non sospetti e al corretto valore di mercato. La Corte d’Appello, anche con parere favorevole del procuratore generale, non ha avuto dubbi”.

 

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