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Il mese mariano a Ostra nella Chiesa dei Santi Francesco e Lucia

Il mese mariano a Ostra nella Chiesa dei Santi Francesco e Lucia

di GIANCARLO BARCHIESI
OSTRA – La Chiesa Cattolica, dedica il mese di maggio alla Madonna e in tante chiese, edicolette o semplicemente tra le mura di casa, molti fedeli recitano il santo rosario, un’antica pratica condivisa anche dalla Vergine Santissima che più volte nelle apparizioni ha raccomandato la preghiera per la riparazione dei peccati e la salvezza dell’umanità.

Così a Ostra presso la chiesa dei Santi Francesco e Lucia ogni sera alle ore 21, per tutto il mese ci si trova nella cappellina della Madonna Addolorata a recitare il rosario.

L’origine del “rosario” si può collocare intorno al IX secolo nei monasteri d’Irlanda, dove i monaci praticavano la recita dei 150 Salmi di Davide. La presenza di numerosi gruppi di laici alla ricerca della comunione con Dio portò ad una nuova forma di preghiera più adatta alla loro estrazione culturale, dato che gran parte di loro non sapeva leggere e scrivere: nacque così la recita di 150 Pater Noster al posto dei 150 Salmi.
All’inizio del XII secolo, si diffuse in Occidente la recita del Saluto Angelico (cioè la prima parte dell’Ave Maria, la cui origine è di alcuni secoli prima) al posto dei Pater Noster, trasformando il Salterio biblico in un “salterio mariano”, da qui in poi venne chiamato “rosario” recitabile da chiunque.
Il certosino Enrico di Kalkar, nel XIV secolo, suddivise il salterio mariano in 15 decine inserendo, tra una decina e l’altra, il Padre Nostro. Inoltre in quell’epoca si diffuse la tradizione che il Rosario era stato istituito da S. Domenico, fondatore dell’Ordine dei Domenicani, tradizione portata avanti da Alano de la Roche per convertire i non credenti e i peccatori.
Molti sono stati i Papi che hanno scritto documenti sul Rosario, a cominciare da Urbano IV (1261-64) fino a Giovanni Paolo II; molti altri, pur non avendo scritto documenti, ne hanno esaltato e raccomandato la preghiera definita “Vangelo in compendio “, “salterio del popolo “, “catena dolce che ci riannoda a Dio, “preghiera della famiglia e per la famiglia “, “scuola di contemplazione e di meditazione“.

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