CENTROCULTURA

Terrazza Marconi, albergo della fotografia, presenta la mostra di Giovanni Ghiandoni

Terrazza Marconi, albergo della fotografia, presenta la mostra di Giovanni Ghiandoni

SENIGALLIA – Sulla scia del progetto “Senigallia città della fotografia” l’hotel Terrazza Marconi si prepara ad ospitare la serie fotografica dell’acclamato artista senigalliese Giovanni Ghiandoni. Le opere saranno esposte sia nelle sale comuni che nelle 30 camere e la mostra verrà inaugurata sabato (12 giugno) alle ore 18:30.

Il direttore dell’hotel Nicola Chicco presenta la Terrazza Marconi come albergo della fotografia: “Vogliamo contribuire a rappresentare il marchio della città promuovendo la sua storia nel mondo della fotografia.”

Il Terrazza Marconi, albergo della fotografia, diventerà quindi punto di riferimento per una nuova forma di turismo artistico e culturale, rimanendo fedele alle sue radici e continuando a fornire vacanze di altissimo livello.  Di conseguenza verranno pubblicate offerte riguardanti pacchetti vacanza elaborati appositamente per appassionati e curiosi del mondo della fotografia.

Un momento importante “[…] che ci permette di allargare ancora una volta i nostri orizzonti grazie al contesto di una città che riesce ad essere distributiva e ricettiva ad un pubblico sempre più vasto.”, afferma Leonardo Badioli, consulente dell’hotel.

L’iniziativa vuole rendere omaggio al prestigioso ruolo storico che la città di Senigallia ricopre da oltre 70 anni, un titolo che assegna il giusto riconoscimento ad un luogo di elaborazione di un nuovo linguaggio poetico e genitore di uomini e donne accomunati dall’espressione di questa forma d’arte.

Un gesto che Gianfranco Picoromagnoli, critico fotografico, definisce “di grande imprenditoria, volto interamente alla promozione di valori estetici e culturali”.  Picoromagnoli aggiunge che l’arte del Ghiandoni è complessa, si stacca fortemente dal documentarismo di genere, arrivando perciò a costituire una forzatura del reale.

In questo spartito fotografico l’artista rompe l’inquadratura producendo possibilità combinatorie in continuo divenire. Il contrasto del mare riesce a spezzare la scena in due chiavi portando ad un’esplosione decostruzionista. Il mare è insieme di fenomeni e non più solo “mare”. Si parla dunque di metamorfismo fenomenico, ossia la delicata rappresentazione di un elemento oltre la sua costituzione realista, un attimo che cattura l’occhio di chi osserva oltre a vedere, stesso attimo in cui il rumore del mare diventa poesia.

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