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Sacre faville, domenica sera a Serra de’ Conti il concerto di Manuel Canale e Alessandra Borin

Sacre faville, domenica sera a Serra de’ Conti il concerto di Manuel Canale e Alessandra Borin

SERRA DE’ CONTI – La tradizione organistica riesce spesso a sorprendere: accanto alle produzioni storicamente più conosciute ed accreditate, esiste un patrimonio musicale da scoprire, che parla di percorsi spirituali interessanti, di grande qualità. È quanto sarà possibile ascoltare, domenica 25 luglio, alle 21.15, nella chiesa Santa Maria Maddalena e Santa Maria de Abbatissis di Serra de’ Conti, dove il soprano Alessandra Borin e l’organista Manuel Canale daranno vita al concerto ‘Sacre faville – musiche rare dei padri minori’.

Il repertorio sacro italiano del XIX secolo è in fase di riscoperta da circa una quarantina d’anni. “Solo ultimamente ci stiamo accorgendo della personalità della musica sacra scritta in questo periodo, uno stile compositivo che in Italia ha conosciuto un successo e una simbiosi con la nazionalità mai raggiunta in nessun altro stato – dicono Canale e Borin -. A fianco di nomi importanti come quello di Padre Davide da Bergamo e di Giovanni Morandi, ci sono i cosiddetti minori, che hanno un ruolo fondamentale nel giudizio complessivo di un’epoca storica”.  Tra i brani che saranno proposti nell’inedita serata, ci sarà il “Bone Pastor” per solo ed organo, un manoscritto Padre Pierbattista da Falconara (1844-1915), proveniente dall’archivio della biblioteca francescana picena di Falconara Marittima.

Le note di questo concerto, che si tiene a pochi giorni dalla festa liturgica di Santa Maria Maddalena, ci ricorderanno la Moretta, la piccola schiava sudanese riscattata dai Comboniani, accolta dalla famiglia Benvenuti di Belvedere e poi riunitasi alle monache del Monastero di S. Maria Maddalena di Serra de’ Conti. Un grande talento per la musica, una valente organista che le clarisse hanno saputo cogliere, valorizzare e apprezzare, insieme ai tanti Serrani (e non solo) che amavano ascoltarla.  Ci ha lasciato un suo archivio ancora inesplorato e stasera suonerà il “suo” organo (un Gennari del 1828), che lei ha voluto con tamburo e campanelli, sì alla maniera degli organi dell’epoca, ma anche perché ritmico e vivace come la sua Africa! Dal Monastero della Moretta i suoni fanno eco e rimbalzano fino alla Chiesa parrocchiale Santa Maria de Abbatissis, dove la tradizione benedettina, con il patrono beato Gherardo, ci ha lasciato l’amore per la liturgia animata dalla musica e dal canto. Qui ascolteremo la seconda parte del concerto, con l’organo Cioccolani del 1866.

La musica incrocia il ricco patrimonio culturale serrano, anche grazie all’Associazione “Le voci del silenzio” che accompagnerà i presenti nel percorso guidato tra le due chiese, allietato da alcuni deliziosi dolcetti preparati secondo il ricettario delle monache di S. Maria Maddalena. Così, all’insegna delle tradizioni monastiche, musicali e culinarie, di un piccolo centro quale Serra de’ Conti, si potrà trascorrere una serata originale e piacevole.

I protagonisti

ALESSANDRA BORIN Soprano
MANUEL CANALE Organo
Il duo nasce nel 2013 si è già esibito in numerosi concerti su organi storici in varie regioni d’Italia e in nei festival tra cui Organi antichi, un patrimonio da ascoltare – Organi storici in Cadore – Festival Concertistico Internazionale di Vicenza – Il suono del sacro, ed altri, arrivando persino in Argentina con un concerto sacro dedicato al migrante italiano (3 giugno) e sempre eseguendo un repertorio specifico di musica inedita o di rara esecuzione incentrato sulla musica italiana dell’Ottocento.
Il duo si concentra soprattutto sull’esecuzione e la riscoperta di brani rari ed inediti del repertorio solistico vocale di Padre Davide da Bergamo, Padre Giovambattista da Falconara, Padre Damiano della Rocca di San Casciano, Padre Cristoforo da Lanciano, Ettore Barili, Carlo Bassini, Gaetano Donizetti, Carlo Fumagalli, Giovacchino Maglioni, Giovanni Morandi, Giuseppe Rizzo ed altri.
Il loro intento è restituire il giusto valore a questa musica ingiustamente dimenticata, che ebbe il merito di riuscire a calare l’afflato religioso nello schema compositivo ridondante dello stile operistico, trasportando sul piano del sacro e del fervore della fede religiosa quell’intensità emotiva che naturalmente lo stile operistico è in grado di suscitare.
La musica da chiesa italiana, infatti, a cavallo tra XVIII e XIX secolo, veniva eseguita su organi dalla struttura orchestrale, in cui si ricercava la varietà dei registri e dei timbri.
Attraverso la ricchezza espressiva si mirava ad evidenziare tutte le potenzialità dello strumento ed anche per questo non mancarono molte sperimentazioni che resero la tradizione organaria italiana un unicum in tutta Europa.
Non solo l’Opera ma anche la Tradizione Liturgica, contribuì fortemente alla nascita del linguaggio musicale Ottocentesco, votato all’espressione del sentimento nella forma più pura e grandiosa.

Un linguaggio musicale, quello dell’opera lirica, che è diventato rappresentativo dello spirito italiano in tutto il mondo e che ha costituito un tessuto culturale con cui gli italiano si identificano e si riconoscono.

 

 

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