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“Ecco la nostra proposta per migliorare Viale Anita Garibaldi”

“Ecco la nostra proposta per migliorare Viale Anita Garibaldi”

Tre associazioni ambientaliste locali (Italia Nostra – Gruppo Società e Ambiente – Confluenze) hanno scritto oggi al sindaco di Senigallia e agli assessori comunali all’Ambiente ed ai Lavori pubblici

SENIGALLIA – Con una lettera inviata oggi al sindaco di Senigallia e agli assessori Elena Campagnolo (Ambiente) e Nicola Regine (Lavori Pubblici) tre associazioni ambientaliste locali (Italia Nostra – Gruppo Società e Ambiente – Confluenze) hanno presentato una proposta alternativa per migliorare Viale Anita Garibaldi.

“E’ ormai evidente da tempo che lo stato del manto stradale di viale Anita Garibaldi, abbandonato da qualche decennio – si legge nella lettera -, è tale da richiedere un intervento radicale. Il progetto prodotto dalla Giunta comunale per il tratto fra via Capanna e via Mercantini è sicuramente completo dal punto di vista tecnico: sono infatti previsti due marciapiedi permeabili, una pista ciclabile, una corsia di marcia, spazi per i parcheggi e nuove alberature. In sostanza sarebbe del tutto condivisibile se riguardasse un nuovo quartiere.

“Ma viale Anita Garibaldi è una arteria storica collocata all’interno del piano regolatore degli anni ‘30, che ha caratterizzato la rinascita della città dopo il terremoto. Nel Piano Strutturale del Verde del Comune di Senigallia viene così definita: “attualmente presenta un grande aspetto monumentale per la presenza di specie ad alto fusto in ambedue i lati”.

“Come sottolinea anche l’università di Bologna – consulente di progetto – l’alberata, nel suo insieme è di discreto pregio estetico caratterizzante il contesto paesaggistico circostante, per cui non si può eliminare con leggerezza senza che questo abbia un impatto negativo sullo stesso paesaggio urbano.

“L’Amministrazione comunale sostiene che per realizzare il progetto e soprattutto per rifare tutti i sottoservizi – fogne, fibra, illuminazione pubblica, acquedotto, gas – occorre tagliare tutti gli alberi esistenti. Ma è sicuro che sia inevitabile un intervento così radicale? Prima di spogliare il viale di questa imponente alberatura divenuta ormai una componente storica del paesaggio del quartiere, è legittimo chiedere di verificare se su un asse stradale largo 12 metri sia necessario abbattere tutti i pini.

“Sarebbe possibile ad esempio salvare un filare di alberi sul lato destro (spalle a monte) diradando gli esemplari esistenti in base allo stato di salute e lasciando così spazio per il parcheggio. In ogni caso, laddove risulti necessaria la sostituzione, resta ferma la nostra opposizione all’utilizzo di alberi non adeguati alle funzioni svolte fin qui dai pini e richieste comunque al verde urbano in termini di ombreggiatura, mitigazione dell’inquinamento e paesaggio. La scelta dovrà cadere su specie che garantiscano una rapida crescita, adattamento alle condizioni climatiche del territorio, e che siano soprattutto in grado di svolgere quelle funzioni essenziali delle alberature in città come ombreggiamento, capacità di assorbimento degli elementi inquinanti e di mitigazione delle isole di calore.

“A questo scopo – concludono le tre associazioni ambientaliste senigalliesi – sarà importante la qualità delle piante, la cura del terreno e delle modalità di impianto”.

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