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Roberto Paradisi: “L’Amministrazione comunale deve investire sullo sport, non farci cassa”

Roberto Paradisi: “L’Amministrazione comunale deve investire sullo sport, non farci cassa”

L’esponente del centro-destra torna a denunciare altri clamorosi errori commessi dall’assessore Pizzi nella gestione dello sport cittadino. “Imposto alle società anche un protocollo illegittimo”

di ELPIDIO STORTINI

SENIGALLIA – “Quel protocollo è completamente illegittimo” ha tuonato Roberto Paradisi nell’ennesima puntata social del suo report sullo sport senigalliese.

Il portavoce del think tank “Unione Civici Marche” ed esponente del centro-destra regionale ha focalizzato l’attenzione sulle norme anti-covid imposte dal Comune di Senigallia in evidente violazione delle disposizioni nazionali.

“L’assessore pretende che le sole società sportive che utilizzano le palestre scolastiche (solo quelle “figlie di un Dio minore”) – ha spiegato Paradisi – chiedano l’auto-certificazione per consentire l’ingresso agli impianti. E’ incredibile. Questa norma Pizzi l’ha scritta a dicembre quando erano già in vigore green pass e poi super green pass. L’autocertificazione non solo è stata abolita da mesi ma è stata dichiarata inammissibile dal Dipartimento per lo sport del Governo centrale. Bisogna studiare prima di scrivere i regolamenti”.

Non solo. “Quando l’assessore, dopo la denuncia scritta di molte società sportive, si è reso conto del pacchiano errore, anziché chiedere scusa ha fornito un rimedio peggiore del male: a gennaio ha diramato dei “quesiti” con risposta incorporata in cui, con evidente imbarazzo, scrive che le auto-certificazioni non sostituiscono il super green pass (di cui non c’è traccia nel protocollo) ma servono lo stesso. Anzi: vanno conservate. Si chiede cioè alle società sportive di commettere una illegittimità: non si possono conservare – ha spiegato Paradisi – documenti contenenti dati sensibili e sanitari se non nei limiti rigorosissimi del rispetto temporale della loro funzione”.

Ma non è ancora tutto: il protocollo prevede l’obbligo di annotare  la temperatura di ogni singolo utente in un registro presenze, obbligo ancora una volta prescritto in violazione delle normative nazionali sulla privacy. “Anche in questo caso – ha precisato Paradisi – l’assessore non ha chiesto scusa ma si è rifugiato dietro un successivo ‘quesito’. Ed ha spiegato (contraddicendo il protocollo stesso da lui scritto) che la misurazione va annotata solo per gli utenti che hanno temperatura corporea superiore alla soglia stabilita dalla legge. Ma anche questo è vietato: chi ha la temperatura superiore a 37,50 non accede all’impianto – ha spiegato Paradisi evidenziando un concetto francamente elementare ed intuibile per tutti – ma viene rimandato a casa. Quindi, non vi è alcun bisogno di tracciamento.

“La vita privata delle persone – ha spiegato Paradisi in un secondo momento dopo la diretta – non è questione che possa riguardare un ufficio comunale. La verità – ha aggiunto l’esponente del centro-destra – è che occorre tornare subito a quanto promesso all’elettorato in campagna elettorale e cristallizzato nel programma amministrativo: le associazioni sportive devono gestire gli impianti senza che questo comporti per loro un aggravio eccessivo degli oneri, anche burocratici. E l’Amministrazione deve investire sullo sport, non farci cassa. Qui si va in direzione contraria nel silenzio per ora di altre componenti importanti (sempre state sensibili alle tematiche sportive) di questa maggioranza”.

 

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