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Campanile: “Primo passo a Senigallia per la privatizzazione del porto?”

Campanile: “Primo passo a Senigallia per la privatizzazione del porto?”

di GENNARO CAMPANILE*
SENIGALLIA – Il porto di Senigallia, in tutta la sua estensione, è oggi percepito dai senigalliesi come bene pubblico, disponibile per l’intera comunità. Ma un piccolo passo verso la privatizzazione (bene solo di pochi) è stato fatto dal nuovo amministratore della Gestiport, l’ente a maggioranza pubblica, nominato dall’Amministrazione di destra.
Si tratta di un piccolo gesto, all’apparenza insignificante, ma che nasconde la tipica mentalità di destra di togliere beni pubblici ai cittadini per destinarli ad un gruppo ristretto di persone.
Con una lettera del 7 febbraio infatti l’amministratore unico ingegner Rognoli informa i diportisti che hanno un posto barca in concessione dell’aumento della tariffa al metro quadro motivata da alcune iniziative tra le quali l’installazione di 4 cancelli che sbarreranno l’accesso ai pontili di attracco. Non è precisato il motivo. Sicurezza contro furtarelli di attrezzatura o atti di vandalismo? Mah…non è mai stato portato all’attenzione un problema simile anche perché attualmente sono in funzione numerose telecamere che controllano tutto lo spazio portuale. Tra l’altro i cancelli saranno facilmente superabili in altezza e lateralmente e quindi non sortiscono nessun effetto di deterrenza.
Ci sarà un dipendente che apre e chiude i cancelli? Inimmaginabile! Sicuramente le chiavi saranno date ai diportisti, unici a poter accedere alle banchine introducendo così una privatizzazione di fatto, insignificante a prima vista, ma di altissimo valore simbolico e che apre la strada a ben più corpose modifiche.
Ma la Gestiport può fare una cosa del genere, impedire cioè ai cittadini l’accesso alle banchine senza chiedere l’autorizzazione del Comune? In Commissione ed in Consiglio questo argomento non è mai stato discusso.
Ma anche sulle altre iniziative segnalate dall’ingegner Rognoli c’è da dire qualcosa. Si parla dell’assunzione di un operatore annuale e di uno per la stagione estiva. Non si discute la necessità ma che l’assunzione non sia passata dall’ufficio di collocamento o da una manifestazione di interesse, che avrebbero garantito trasparenza. La Gestiport, tra l’altro, è una azienda in liquidazione.
C’è poi l’acquisto di estintori nelle banchine. Ma il sistema antincendio è di competenza del Comune che deve provvedere in base a quanto disposto dal RSPP, garantendo anche la successiva manutenzione.
Sulla gestione del porto, sui progetti a breve e lungo termine, sul futuro aziendale non si sa nulla. L’audizione dell’ingegner Rognoli in Commissione è stata tanto deludente quanto priva di informazioni. In armonia d’altronde a come si comporta l’Amministrazione di destra.
Il porto invece avrebbe necessità di un progetto complessivo che preveda un reale collegamento tra i due lungomare, l’aumento dei posti barca con riduzione dello spazio per le vongolare, il completamento delle infrastrutture per la fornitura di servizi qualificati per il diportismo, l’utilizzo in estate dello spazio disponibile come luogo di incontro ed attività turistiche. Non sappiamo ancora come sarà autorizzata la concessione edilizia nella zona ex-Italcementi (posti macchina più che dimezzati, edifici abitativi fronte mare, albergo) o se sarà realizzato il sovrappasso all’altezza di via Mamiani (con abbattimento di un paio di edifici?). Ma tutto questo non dovrebbe impedire che si proceda con una buona, anzi ottima, gestione dei servizi portuali.
Un’ultima osservazione: la Gestiport deve essere liquidata per legge e la forma di “Azienda Speciale” è la soluzione per conservare la gestione del porto in area pubblica. Ci si arriva in due modi: liquidando l’attuale Gestiport e creando la nuova azienda, oppure trasformando la Gestiport in azienda speciale. Sull’argomento il silenzio è totale e, come sempre, non si sa se si sta procedendo oppure quali pesci prendere. Dato il settore sarebbe un paradosso.
*Consigliere comunale Amo Senigallia

 

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