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Dopo 12 anni emerge la verità sulle cause di un incidente che ha portato alla morte un giovane senigalliese

Dopo 12 anni emerge la verità sulle cause di un incidente che ha portato alla morte un giovane senigalliese

ANCONA – Dopo 12 anni, emerge da una serie di intercettazioni, la verità sulle cause della morte di Andrea Bolchi, giovane dj senigalliese.

Andrea (nella foto), al tempo 28enne e residente a Senigallia,  moriva il 30 gennaio 2010 in un incidente stradale.

Secondo la versione degli amici, presenti sul luogo del sinistro stradale, Bolchi sarebbe andato a collidere con la propria auto, a forte velocità, contro un albero posto sulla strada che porta da Serra De’ Conti ad Arcevia, senza che nessuno abbia avuto un ruolo nella causazione dell’evento.

Tale ricostruzione dei fatti non aveva mai convinto i genitori del giovane, soprattutto rispetto alla presenza degli amici in altre auto, che seguivano quella su cui viaggiava il figlio da solo.

Più volte i genitori hanno chiesto agli amici, ed in particolare ad uno di essi quello “del cuore”  – quanto meno così lo reputava Andrea -, la verità, ma di fronte alla perentorietà della prospettazione dei fatti  data da costoro i genitori del giovane si arrendevano chiusi nel loro dolore, ma con un dubbio che, come un tarlo, si muoveva nella loro testa.

Dodici anni dopo quel dubbio si manifestava in tutta la sua amara certezza. Da un’intercettazione dei carabinieri, per fatti diversi dal sinistro stradale, emergeva una verità taciuta per 12 anni da questi giovani, oggi uomini.

Quella notte Andrea non è morto perché ha sbandato da solo data l’alta velocità con cui conduceva la sua vettura.

Quella notte tra i ragazzi vi era in atto una corsa clandestina di auto, nell’ambito della quale venivano effettuati reciprochi sorpassi, a forte velocità, sino a quando la vettura condotta da Marco Pierantoni di Macerata non agevolava la manovra di sorpasso, limitandosi a rallentare improvvisamente solo pochi istanti prima dell’impatto fatale per Bolchi, ossia nel momento in cui si avvedeva che questo aveva perso il controllo della propria auto ed andava a collidere sull’albero.

Oggi Pierantoni, difeso dall’avvocato Pierfrancesco Tasso,  è stato rinviato a giudizio, su richiesta del Pubblico ministero dottor Paci avanti il Tribunale di Ancona presieduto dal Giudice Moscaroli per rispondere del reato di omicidio colposo aggravato.

Nel processo si sono costituiti anche i genitori di Andrea Bolchi, assistiti dall’avvocato Corrado Canafoglia.

Il processo è stato rinviato all’udienza del 6 ottobre 2022 per perfezionare la costituzione in giudizio della compagnia assicurativa che copre la responsabilità civile dell’imputato.

“Una triste vicenda, non solo per la morte di un giovane figlio unico, ma anche perché caratterizzata dal silenzio sulla verità portato avanti da anni,  soprattutto da quello che Andrea reputava il suo amico del cuore, verso cui  ho ricevuto dai genitori mandato di agire, anche perché a tutt’oggi nessun amico si è fatto vivo con i genitori di Andrea, neanche per chiedere  scusa”, chiosa l’avvocato Corrado Canafoglia.

 

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