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Giovedì il Centro Cooperativo Mazziniano ricorderà la proclamazione della Repubblica Romana

Giovedì il Centro Cooperativo Mazziniano ricorderà la proclamazione della Repubblica Romana

SENIGALLIA – Tutte le volte che in qualunque epoca e in qualunque luogo una democrazia giovane ed illuminata sostituisce una autocrazia oscurantista e violenta, la civiltà fa un passo avanti.  Questo è stata la Repubblica Romana del 1849, un passo avanti.

Dopo la fuga da Roma di Pio IX vestito da semplice prete il 24 novembre 1848 verso Gaeta alla corte dei Borboni, il 9 febbraio 1849 una Assemblea Costituente democraticamente eletta a suffragio universale, dichiarò decaduto “ di fatto e di diritto” il secolare potere temporale della Chiesa e proclamò la Repubblica.

Fu così che ebbe inizio la storia della “gloriosa Repubblica Romana”, durata solo cinque mesi ma straordinariamente bella e struggente, fatta di ideali, coraggio, passioni e sogni.

“ Che ci sia stato un tempo in cui Mazzini governò Roma e Garibaldi ne difese le mura suona come il sogno di un poeta “ scriverà lo storico Trevelyan.

Roma, fino a quel momento capitale di una teocrazia che aveva reso lo Stato Pontificio il più arretrato d’Europa, divenne laboratorio di progetti e luogo di incontro della “ meglio gioventù” italiana ed europea che accorse per sostenere aspirazioni di libertà, unità e democrazia in una Europa dominata da regimi autoritari che governavano sudditi e non cittadini.

Mazzini nel suo intervento all’Assemblea Costituente il 6 marzo affermò che dopo la Roma degli Imperatori, dopo la Roma dei Papi era nata la Roma del Popolo.

Per le vie e le piazze della città eterna nacque in quei giorni l’embrione di quella che sarebbe diventata l’Italia di oggi, una moderna, laica, Repubblica democratica.

Non è un caso che quando quasi cento anni dopo verrà elaborata la nostra Carta Costituzionale i Costituenti prenderanno a modello la Costituzione della Repubblica Romana promulgata il 3 luglio 1849 che tra l’altro già conteneva l’abolizione della pena di morte, della tortura ed affermava la libertà di culto.

Non è un caso nemmeno che il nostro inno nazionale venga comunemente chiamato “inno di Mameli”; il genovese Goffredo Mameli, autore del testo, morì a ventidue anni combattento nella difesa della Repubblica.

Il Centro Cooperativo Mazziniano fondato nel 1948 dal senigalliese Giuseppe Chiostergi, ricorderà come ogni anno, questa straordinaria storia con una pubblica iniziativa giovedì 9 febbraio .

Nella sede di via Chiostergi 10 alle 18,30 si alterneranno letture, musiche e canti risorgimentali. I protagonisti saranno Mauro Pierfederici ed Alessio Messersì per le letture, Roberto Chiostergi alla chitarra ed il cantante David Berardi, ma anche il pubblico intervenuto potrà, volendo, leggere brani di ispirazione risorgimentale.

Come da tradizione repubblicana la serata si concluderà con un momento conviviale presso il locale Alter Ego con la cena sociale aperta anche ai simpatizzanti che avranno  prenotato, come ulteriore momento di fratellanza e di incontro.

La notte tra l’8 e 9 febbraio le finestre del Centro Cooperativo Mazziniano saranno illuminate da fiammelle per ricordare quella storica vicenda fondante della democrazia italiana.

 

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