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L’Anpi: “Impatto devastante del Nuovo Ponte Garibaldi sul centro storico”

“E’ necessario ascoltare i cittadini e ripensare l’opera”

SENIGALLIA – La sezione di Senigallia dell’Anpi ha chiesto di intervenire all’adunanza del Consiglio Grande convocata mercoledì 5 febbraio per discutere sul progetto del nuovo ponte Garibaldi presentato dalle attuali Amministrazioni Regionale e Comunale e sull’impatto dell’opera nel contesto urbano del centro storico di Senigallia.

L’Anpi, come è noto, ha tra i suoi compiti istituzionali la difesa e la completa attuazione della Costituzione Repubblicana, che all’articolo 9, tra i suoi principi fondamentali, stabilisce che “La Repubblica (…) tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, ovvero proprio quei beni che verrebbero messi in discussione qualora l’attuale progetto del nuovo ponte Garibaldi trovasse attuazione.

Il tema, dunque, ha rilevanza costituzionale e deve essere affrontato senza imposizioni, garantendo la massima partecipazione e tenendo presente l’interesse generale della Città.

Purtroppo dobbiamo constatare che il percorso fino ad ora seguito dall’Amministrazione comunale, con il concorso di quella regionale, è andato nella direzione opposta.

C’è voluta la sensibilità delle associazioni ambientaliste e di tutela del patrimonio storico, artistico e culturale e la mobilitazione di gran parte dei cittadini di Senigallia, che hanno raccolto oltre 9000 firme contro il progetto del nuovo ponte “a brugola”, per giungere alla convocazione del Consiglio Grande, peraltro con modalità e tempi che ne riducono sensibilmente portata e significato.

Aver convocato il Consiglio Grande alle ore 10,30 di un giorno lavorativo e aver previsto un tempo di intervento di 5 minuti per i rappresentanti delle associazioni la dice lunga sul valore che l’attuale Amministrazione Comunale attribuisce alla partecipazione democratica dei cittadini e sulla volontà della stessa di imporre scelte precostituite al di fuori di ogni pubblico confronto di idee e di progetti.

Stupisce, inoltre, in questa convocazione si potrebbe dire “obtorto collo” del Consiglio Grande, lo spazio che è stato riservato al Sindaco del Comune di Senigallia: 5 minuti!

In effetti, tale striminzito spazio di intervento ben si coniuga con la narrazione che il Sindaco ha voluto dare della vicenda fin da principio, ovvero che il progetto è di esclusiva competenza tecnica e finanziaria della Regione, che per la sua redazione quest’ultima si è affidata all’A.N.A.S. (e questa, a sua volta, a qualche terzista) e che l’Amministrazione da lui diretta si è limitata ad una sostanziale presa d’atto.

L’Anpi contesta con forza questa narrazione perché il progetto del nuovo ponte incide profondamente sul futuro della Città, sul suo assetto urbanistico e sulla bellezza del suo paesaggio urbano e rispetto a tutto questo il Sindaco non può essere il notaio di decisioni altrui, ma deve rappresentare con dignità e coraggio gli interessi di tutta la cittadinanza.

Lasciamo ai rappresentanti delle altre associazioni che si sono mobilitate contro l’attuale progetto il compito di illustrarne, pur nei ristretti tempi consentiti, le plurime criticità, ma, in conclusione di questo nostro intervento, ci preme toccare due altri aspetti che costituiscono veri e propri capisaldi della narrazione di chi è attualmente al governo della Città e della Regione: la sicurezza e la presunta indiscutibilità del dato normativo.

Sul primo punto si dice, in sostanza, che la sicurezza viene prima di tutto, anche a costo di uno scempio urbanistico inserito in un contesto di città settecentesca. Questa lettura deve essere contestata radicalmente proprio sulla base dei principi fondamentali della nostra Costituzione, che affermano espressamente – lo si ripete – che “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. A fronte di questo fondamentale principio occorre cercare una coesistenza di interessi diversi e non imporre soluzioni unilaterali.

Circa l’altro “frutto avvelenato” della discussione attorno al nuovo progetto del ponte Garibaldi, ovvero l’interpretazione della norma contenuta nell’articolo 5 del D.M. 14 gennaio 2008 (5.1.2.4 compatibilità idraulica) è opportuno riportare il dato testuale: “Il franco idraulico necessario non può essere ottenuto con il sollevamento del ponte durante la piena”.

È di tutta evidenza che se il legislatore avesse voluto escludere ogni ipotesi di sollevamento del ponte non avrebbe inserito nel periodo le parole “durante la piena”. Ma così non è!

Dunque, in base al testo della norma citata è possibile una soluzione progettuale che consenta il sollevamento del ponte prima della piena (tramite martinetti o altre soluzioni tecniche), come già evidenziato da autorevoli professionisti cittadini.

Vogliamo concludere questo nostro intervento con le parole di una canzone di Giorgio Gaber, “la democrazia è partecipazione”; ebbene, la vicenda del nuovo ponte Garibaldi è anche una questione di democrazia e da come verrà affrontata e risolta potremo valutare il suo stato di salute nella nostra Città e nella nostra Regione.

 

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