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“Dopo l’alluvione la Cna chiede una Zona franca per ritornare a fare impresa”

“Dopo l’alluvione la Cna chiede una Zona franca per ritornare a fare impresa”

Massimiliano Santini: “Denaro e interventi subito. Si è perso troppo tempo.
La fiducia nelle istituzioni è a rischio”

di MASSIMILIANO SANTINI*

ANCONA – Mentre si sta lavorando per individuare risorse e stabilire procedure snelle per sostenere le prime spese, bisogna intervenire con tempismo ed efficacia lungo i corsi dei fiume esondati e dei loro immissari oggi oltremodo molto vulnerabili, per evitare altri eventi catastrofici, rasserenando gli animi e facendo recuperare a cittadini ed imprese quella fiducia verso le Istituzioni interessate, ormai ridotta al lumicino.

Le tante buone intenzioni bisogna che abbiano seguito al più presto con una coerente e concreta risposta alle preoccupazioni urlate dalla gente. Il fattore tempo è fondamentale al pari della portata delle risorse e soprattutto dell’efficacia risolutiva degli interventi di messa in sicurezza dell’area interessata, per evitare che paura e disperazione di centinaia di famiglie ed altrettante attività si trasformino in abbandono del territorio.

Abbiamo atteso troppo tempo per poter effettuare una prima ricognizione dei danni e sebbene ci sia stato un impegno congiunto e funzionale di tutte le rappresentanze degli interessi economici e sociali del territorio, a partire dalla Regione, la Provincia, la Camera di commercio, il Confidi ed ovviamente i Comuni interessati, ad oggi oltre la grande mobilitazione “a mani nude” della società civile, non si ha una percezione chiara della strategia in corso per recuperare il salvabile e ripartire su basi solide e sicure, scongiurando il rischio desertificazione economica e disastro sociale.

Ad un mese esatto dal “disastro non annunciato” il Governo pare che abbia stimato 76 milioni di euro per i primi interventi, di cui solo il comune di Senigallia ha speso oltre il 10% di quella somma, ovvero il doppio della prima cifra dichiarata imprudentemente del Governo Draghi.

Di fronte alla ovvia competizione territoriale per accaparrarsi le risorse comunicate dal Presidente Acquaroli, che nel frattempo si sta muovendo su più fronti, cogliamo con grande conforto la volontà delle amministrazioni delle valli del Misa e del Nevola di fronteggiare in maniera concertata ripristino viario e soluzioni per realizzare quanto prima le famose vasche di espansione, prima che il fiume ne colmi di nuovo la mancanza, allagando centri abitati e aree industriali pensate e sviluppate in zone che necessitano di interventi di normalizzazione urgenti e improrogabili, partendo dalla ZIPA di Pianello di Ostra.

È dunque ora di stringere i tempi e pianificare una serie di operazioni che siano rese note alle popolazioni interessate, come sta ben facendo il Presidente Acquaroli e che tenga conto del coinvolgimento di tutte le parti in causa, compresi i comitati che vanno rispettati ed ascoltati perché purtroppo sintomo di sfiducia, disillusione e scoramento.

Per ricostruire un patto solido e duraturo per la rinascita dei territori colpiti dall’esondazione, la CNA richiede immediatamente di completare il quadro degli interventi tampone con risorse adeguate per sopperire ai danni e garantire prestiti ad hoc per coloro che debbono acquistare macchinari o merci, ripristinare aree produttive o commerciali, intervenire con sussidi al personale nei casi di inattività, procedere immediatamente nella sospensione di ogni forma di tributi, contributi e adempimenti vari, estendere la moratoria su mutui e prestiti per coloro che sono in mezzo alla strada e ancora nel fango, ma anche per coloro che stanno subendo un danno indiretto, perché collegati ad aziende danneggiate o perché collocati in zone a parziale o totale inaccessibilità viaria. Non dimentichiamo inoltre il danno d’immagine che dovrà essere sanato con un’azione promozionale congiunta, dando prova che una delle zone turistiche più apprezzate della nostra regione tornerà a splendere in maniera sicura e duratura.

Nel frattempo la CNA lavorerà a stretto contatto con le Istituzioni proposte per ricostruire un contesto solito e competitivo anche oltre la fase emergenziale, vigilando sulle opere di messa in sicurezza e studiando soluzioni specifiche fiscali (iva e ammortamenti), agevolazioni finanziarie e contributi dedicati, oltre a condizioni assicurative sostenibili per le attività che dovranno riorganizzarsi sostenendo spese straordinarie. Insomma una sorta di “zona franca o speciale” nella quale continuare o ritornare a fare impresa non debba evocare ansie e paure, ma rappresentare un’opportunità da cogliere.

*Direttore CNA Territoriale di Ancona

 

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