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A due mesi dall’alluvione dai politici soltanto parole e promesse

A due mesi dall’alluvione dai politici soltanto parole e promesse

Le famiglie e le imprese danneggiate il 15 settembre meriterebbero qualcosa in più

di ELPIDIO STORTINI

SENIGALLIA – Mentre i politici parlano, forse anche un po’ troppo, le imprese restano chiuse e molti negozi non riescono ancora a riaprire. Per non parlare di strade e ponti, la cui situazione, in tanti casi, è allarmante.

A due mesi dalla devastante alluvione che ha colpito Senigallia e tanti altri centri delle valli del Misa e del Cesano, seminando morte e distruzione, la situazione resta pesantissima.

I danni stimati sono elevati ma, al momento, per le Marche lo stato di calamità è stato dichiarato per 5 milioni di euro. Ben poco. Anche se il governo nazionale starebbe per decidere un ulteriore intervento.

Ma ancora siamo solo alle parole ed alle promesse: tante, troppe parole e pochi, pochissimi fatti. Per cui molte attività restano bloccate, avendo subito danni, soprattutto ai macchinari, per milioni di euro.

E poi, come se non bastasse, ci sono le bollette per l’elettricità che stanno arrivando, in questi giorni, anche alle famiglie che hanno avuto le abitazioni devastate dall’alluvione. Bollette in taluni casi esorbitanti, considerato che i deumidificatori, per molti giorni, per cercare di eliminare più umidità possibile dai muri, sono rimasti accesi 24 ore su 24.

Bollette altissime che vanno pagate in quanto nessuno, in questi due mesi, si è preoccupato di intervenire per farle sospendere. Ed anche su questo, purtroppo, ci sono state soltanto promesse. Nessun fatto, nessun provvedimento.

Per non parlare della pulizia del fiume Misa, del torrente Nevola, dei tanti fossi presenti nel territorio. In questi due mesi che cosa è stato fatto? E cosa è stato fatto per sistemare gli argini rotti dall’alluvione, sia del Misa, sia di tanti fossi? La risposta, purtroppo, è ancora una volta una sola: ben poco.

E tutto questo avviene nonostante i continui incontri tra i sindaci ed il governatore delle Marche, nonostante le tante assicurazioni. Il che fa supporre che anche questa volta si vanno profilando, diciamolo chiaramente, le stesse situazioni che si erano verificate nel post-alluvione del 2014. E questo non va proprio bene.

Nella foto, qui sopra: la situazione del fosso Sambuco, a Senigallia, i cui argini sono stati danneggiati il 15 settembre. Dopo due mesi nessuno ha provveduto a sistemarli

 

 

 

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