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Diffamò il consigliere e avvocato Paradisi: rigettato l’appello per l’attivista di Arvultura

Diffamò il consigliere e avvocato Paradisi: rigettato l’appello per l’attivista di Arvultura

La Corte d’Appello conferma la condanna per diffamazione. “Il risarcimento sarà devoluto in favore della pratica sportiva delle famiglie meno abbienti”

ANCONA – La Corte di Appello di Ancona ha confermato la sentenza di condanna nei confronti di G.P., attivista di “Arvultura” che aveva diffamato, con un post pubblicato su Facebook l’allora consigliere comunale e avvocato Roberto Paradisi (nella foto), accusato di aver chiesto le dimissioni dell’allora assessore Girolametti (molto vicino all’area estrema dei no-global) che aveva partecipato ad una manifestazione estremista.

L’esponente di Forza Italia-Civici per le Marche non aveva tollerato le espressioni fortemente ingiuriose e lesive della propria immagine, anche professionale, utilizzate dall’attivista politico nel post, attivista che si era peraltro professato innocente sostenendo (tesi ritenuta inverosimile dai magistrati) che qualcuno del suo stesso circolo politico aveva acceduto al suo profilo Facebook.

Così il Tribunale penale, all’esito dell’istruttoria, aveva condannato l’imputato a 800 euro di multa, 3 mila euro di risarcimento danni (ma solo quale acconto “provvisionale”) ed oltre 3 mila euro di spese legali. Pronuncia oggi confermata dalla Corte di Appello che ha ulteriormente condannato G.P. a rifondere le spese legali per l’appello quantificate in 900 euro, oltre agli accessori di legge.

L’avvocato Roberto Paradisi, difeso dalla collega Genny Giuliani, è dovuto ricorrere al pignoramento dello stipendio dell’imputato, intanto per recuperare la somma stabilita dal Tribunale.

“Non è questione di denaro – ha dichiarato l’avvocato Paradisi – che intendo peraltro devolvere, come già ho iniziato a fare, alla pratica sportiva delle famiglie meno abbienti. E’ una questione di etica politica e di correttezza. Chi fa politica elargendo odio e disprezzo deve essere fermato con le armi della legalità. La politica, anche se questa purtroppo è speranza utopica, dovrebbe essere lasciata solo a chi è capace di civile dialettica. Ma la cultura non è pane quotidiano del politico medio”.

 

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