EVENTIIN PRIMO PIANOSENIGALLIA

Alla Rotonda l’assemblea di Confcommercio, consegnati dei riconoscimenti ad alcune aziende danneggiate dall’alluvione / Foto

Alla Rotonda l’assemblea di Confcommercio, consegnati dei riconoscimenti ad alcune aziende danneggiate dall’alluvione / Foto

SENIGALLIA – Alla presenza del presidente nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia dottor Carlo Sangalli e del presidente della Regione Francesco Acquaroli, si è svolta oggi pomeriggio, alla Rotonda a Mare di Senigallia, l’assemblea dei soci di Confcommercio Marche Centrali.

L’evento è stato introdotto e moderato dal Direttore Generale Confcommercio Marche e Marche Centrali Massimiliano Polacco: “Purtroppo quest’anno la stagione è partita in notevole ritardo a causa di condizioni atmosferiche sempre più imprevedibili. – Le parole del Direttore Polacco – Sarà quindi necessario intraprendere azioni strategiche mirate volte a rafforzare la destagionalizzazione nei mesi di settembre e ottobre”.

Dopo i saluti istituzionali a cura del Senatore Antonio De Poli Questore del Senato, del Sindaco di Senigallia Massimo Olivetti e del Presidente della Camera di Commercio Unica delle Marche Gino Sabatini, è stata la volta della relazione sull’attività del 2022 a cura del Presidente Confcommercio Marche e Marche Centrali Giacomo Bramucci (in allegato la relazione).

Il Presidente Bramucci ha ripercorso l’attività dell’Organizzazione svolta nel corso dell’anno passato ed ha anche descritto il post-alluvione nelle aree colpite ricordando le tante problematiche del territorio chiedendo una sburocratizzazione delle procedure per favorire la ripresa delle imprese. Il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha sottolineato l’importanza di “un’azione comune con tutti gli attori in campo” anche in risposta alle situazioni di emergenza come sono stati il Covid e l’alluvione. “Sono stati due anni complicati – ha continuato Acquaroli -, ma nonostante questo abbiamo messo in campo una programmazione e questo è un elemento molto importante”. Nel corso della manifestazione è intervenuta in collegamento l’Onorevole Lucia Albano Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha voluto manifestare la propria vicinanza al territorio ed ha voluto ricordare l’importanza di azioni di tutela alle imprese del territorio che hanno subito danni a causa dell’alluvione.

Il discorso del Presidente Sangalli ha concluso la prima parte della manifestazione che è proseguita con la cerimonia di consegna delle donazioni di solidarietà della ‘Fondazione Giuseppe Orlando’ alle 34 imprese duramente danneggiate dall’alluvione.

Nello specifico, a Senigallia hanno ricevuto i contributi Ristorante Cavò, Misa Immobiliare Snc di Bocchini Max e Tanfani Cristina, Hotel Universal Srl, NG Hotel Srls dell’attività Hotel Trieste, Albergo Moretti di Moretti Simona e Cristiano Snc, Doma Srl dell’attività Centro estetico Zero Peli, Consulenza immobiliare Iminvest di Pupazzoni M. & C. Snc, Albergo Patrizia di Bramucci Massimo, Gelateria cioccolateria Brunelli Paolo, Viamameli Srl delle attività Ristorante Scalo Zero, Stabilimento Scalo Zero Village e Ristorante Tajamare, R.e.d. Trasporti Snc di Tombari Luca Stefano & C., Urs Angela Tiberia di Bar Angela, Hotel Delfino di Rossi Tina & C. S.a.s., SI.PA Srl dell’attività Ristorante Boqueria, Thurner Berta Isabella dell’attività Bagni Elena 45, Casalinghi Fronzi , REDI di Tombari Gabriele e C. Snc dell’attività Discoteca Megà, Lambertina di Scaglioni Julia Sarah & C. S.n.c., la Tabaccheria del Corso di Morbidelli Michele e la Parrucchieria Nuovo Stile di Mandolini Mattia. A Ostra donazioni per Agromeccanica di Giulioni Faustino e C. Snc, Art Ferramenta di Bartolucci Stefania e Salone Maryzia di Gesmundo Maria. A Genga Frasassi Avventura Srl, Ristorante La Scaletta di Calussi Gianluca, Trattoria Hostaria da Marianna di Ragni Cinzia e Alimentari Marinelli Paolo; Biagetti Sas di Biagetti Alfonso e C. a Trecastelli, MLM Italy Srls di Borgo Loretello ad Arcevia e Luda Srl con le attività Stoccaggio Cereali e AcquaParco Verde Azzurro a Cingoli.

QUI SOTTO l’intervento del presidente nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli:

Grazie per avermi invitato a questa bella iniziativa di Marche centrali, che ha messo in gioco la nostra Fondazione Orlando. Ed infatti qui con me oggi c’è la Presidente della nostra Fondazione, Marisa Tiberio, che ringrazio.

Grazie ovviamente anche al Presidente Giacomo Bramucci, che è tra l’altro imprenditore proprio di Senigallia. Grazie di cuore al direttore Massimiliano Polacco, e tutta la struttura delle Marche che sin da subito si è data da fare per sostenere gli imprenditori, permettendoci di ripetere ancora una volta e con orgoglio che Confcommercio c’è.

Qui lo diciamo con l’aggiunta: Confcommercio c’è…, c’è per te.

Siamo infatti qui per ribadire la “solidarietà operosa” della nostra Confederazione nei confronti degli imprenditori, come la chiamava un mio illustre predecessore alla guida della Confcommercio, colui al quale è dedicata la Fondazione Orlando: il Presidente Giuseppe Orlando. Una solidarietà operosa che ad un evento drammatico come l’alluvione di Senigallia ci impone di rispondere in modo concreto e soprattutto utile.

Abbiamo cercato di farlo in molti modi negli ultimi mesi per le province della Romagna e delle Marche, ed ogni volta, c’è il nostro impegno a fianco di donne e uomini, imprenditrici ed imprenditori tenaci che ancora una volta hanno dato – e stanno dando – testimonianza di coraggio quotidiano ecaparbietà.

Come infatti c’è il tempo del cordoglio, così c’è il tempo della solidarietà e, soprattutto, c’è il tempo della ripartenza. Guardate, questa è in un certo senso un’esperienza collettiva di solidarietà e collaborazione.

In fondo, è proprio questo anche lo spirito della Fondazione Orlando: sostenere gli imprenditori in difficoltà. Con un di più: le risorse provengono dalla Confederazione e dal 5 per mille: insomma gli imprenditori aiutano gli imprenditori.

Gli imprenditori aiutano gli imprenditori: penso ai due grandi chef di Senigallia, Uliassi e Cedroni che si sono subito attivati anche in questa emergenza. Anche perché, guardate, non c’è niente come la solidarietà che alimenti la speranza. E la speranza è il motore della ripresa. Sono stati per tutti anni difficilissimi, di emergenze continue e crisi su crisi.

Proprio le Marche, oltre alla “permacrisi” globale, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, hanno convissuto con la difficile fase di recupero dal terremoto alle alluvioni. Credo dobbiamo riconoscere alle istituzioni il supporto tempestivo, anche con le risorse, per fronteggiare l’emergenza.

Come Confcommercio abbiamo cercato di fare la nostra parte, mettendo in campo una task force operativa grazie al lavoro di Marche Centrali insieme a Regione, Comuni e Camera di Commercio.

Siamo intervenuti e continuiamo a farlo, con una task force tecnica che nei diversi ambiti d’intervento, presidia le richieste al Governo e al Parlamento.

Occorre, certo, un Piano nazionale per la ricostruzione, ma anche la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio per contrastare il dissesto idrogeologico.

Siamo convinti che serva una strategia nazionale per l’attivazione operativa di 21 miliardi di euro – tra risorse nazionali ed europee – stanziati, fino al 2030, per la messa in sicurezza del territorio del nostro Paese.

Serve, cioè, una strategia complessiva per un Paese dal territorio bellissimo e fragile, perché non ci si abitui alla logica dell’emergenza. Dobbiamo superare gli interventi – e cito un calciatore nato proprio a Senigallia – in “zona Cesarini”.

Quindi, certamente servono risposte tempestive alle emergenze ma servono strumenti solidi in tempo di normalità.

E, tra i tanti strumenti che si potrebbero citare, ne voglio ricordare qui uno centrale per il mondo della rappresentanza: il contratto collettivo di lavoro.

Proprio in questi giorni il Presidente Giorgia Meloni ha confermato in alcune dichiarazioni posizioni che coincidono con le nostre.

Penso innanzitutto alla contrarietà al salario minino per legge, richiamando da un lato la necessità di intervenire sul cuneo fiscale retributivo e contributivo e dall’altro l’autonomia delle parti sociali, che da sempre definiscono contratti collettivi, utili alle imprese e ai lavoratori, con il valore aggiunto del welfare, da quello sanitario a quello pensionistico.

E i sistemi di welfare collegati al contratto sono un contributo concreto alla sostenibilità dello stesso servizio pubblico.

Si decida, piuttosto, una volta per tutte, di affrontare il tema della rappresentanza, riconoscendo le parti sociali più rappresentative e mettendo, così, fuori gioco i contratti “pirata”, che non garantiscono nè le imprese nè i lavoratori!

Il contratto, guardate, è un grande strumento che dà garanzie a tutte le parti in gioco in tempi di incertezza.

E i nostri imprenditori, del commercio, del turismo e dei servizi, hanno fatto fino in fondo la propria parte, contribuendo da protagonisti alla ripresa del Paese.

Nel 2022 si è registrata una crescita degli occupati, rispetto a due anni prima, di quasi un milione e 800mila unità. Per il 76,4 per cento questa crescita è dovuta alle nostre imprese, quelle del terziario di mercato.

Eppure, proprio sul tema dell’occupazione viviamo un paradosso: mentre il tasso di occupazione italiano non è mai stato così alto, proprio il terziario di mercato registra una persistente carenza di personale.

Nel turismo e nel commercio, come sapete bene, mancano rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori.

E per oltre il 40 per cento, vi è un concreto rischio che le richieste delle imprese non possano essere soddisfatte, soprattutto per la mancanza di competenze.

Occorre, allora, intervenire per colmare la distanza tra formazione ed esigenze delle imprese, così come per programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati. Occorre semplificare e garantire buona flessibilità. Occorre anche ridurre il carico fiscale impositivo, il contrasto di evasione ed elusione, la semplificazione degli adempimenti, la certezza del diritto.

Condividiamo in tal senso l’ambizione del disegno di legge delega di una riforma complessiva del nostro sistema fiscale. Il nostro sistema fiscale deve essere coerente con le regole europee ed internazionali. In questo quadro va considerata la stessa web tax.

E qui, cari amici, lo diciamo ormai allo sfinimento, davvero non capiamo perché un piccolo commerciante debba pagare le tasse, tutte e subito, mentre questo non succede per le grandi piattaforme globali!

Non si tratta di opporsi al progresso, ma di battersi per un mercato più equo: stesso mercato e stesse regole. Pensiamo anche al tema della moneta elettronica. Siamo da sempre a favore! Ma bisogna abbassare i costi del Pos. E anche una maggiore trasparenza delle commissioni sarebbe davvero utile.

Cari amiche e cari amici di Senigallia e delle Marche, ho toccato molto brevemente alcuni temi concreti, ma vorrei concludere ritornando ad un aspetto simbolico. Ed è il senso di questa giornata, di questa cerimonia.

E’ un aspetto simbolico, che non ha peso e non ha prezzo, ma ha un valore enorme: questa giornata dimostra come fare associazione in Confcommercio significa farsi carico della comunità. Questa giornata ci parla dell’utilità dei corpi intermedi, dei centrocampisti collettivi.

Abbiamo vissuto un’emergenza sanitaria senza precedenti che è diventata emergenza economica e ha scatenato crisi di ogni tipo. Se tutto questo non si è trasformato in crisi sociale, lo dobbiamo, non arrivo a dire “solo”, ma certo “anche”, ai corpi intermedi. D’altra parte, è giusto anche sottolineare che non tutti i corpi intermedi sono uguali.

C’è un’enorme differenza tra una rappresentanza, come la nostra, ancorata a precisi interessi economici e territoriali e una rappresentanza astratta, svincolata da qualsiasi radicamento. E, alla fine, svincolata da qualsiasi responsabilità. Per ancorare la rappresentanza, come fate qui nelle Marche, ci vuole passione associativa, ci vuole amore per la propria terra e orgoglio del proprio lavoro. Ancorare la rappresentanza significa ancorarla al territorio e alle comunità.

Non a caso noi abbiamo maturato da tempo un’idea della rappresentanza economica che non solo è “dentro” i territori e le città, ma è più in generale dei territori, delle città, delle comunità. E vanno tenute insieme rigenerazione urbana dell’ambiente costruito e degli spazi pubblici con la rivitalizzazione dei servizi di prossimità e con la valorizzazione del modello italiano di pluralismo distributivo.

Noi crediamo infatti nel valore economico e sociale dei servizi di prossimità e della piccola impresa. Perché pensare al piccolo non significa pensare in piccolo, non significa chiedere politiche da riserva indiana, ma al contrario significa farsi carico delle città e dei territori come bene comune.

Significa pensare alla qualità dei servizi e alla funzione sociale che svolgono tante delle nostre imprese. Le nostre imprese, con le loro funzioni, disegnano infatti i temi dei servizi, della sicurezza, della rigenerazione urbana, della mobilità sostenibile, della cura dell’ambiente. Insomma, le nostre imprese incidono sulla qualità della vita, perché “fanno” i luoghi e ne determinano la sostenibilità.

Proprio nel tempo del metaverso, dello smart working, dell’intelligenza artificiale che pervade le case e le vite, il “luogo” è tutt’altro che superato.

Gli eventi che sconvolgono la vita delle persone e degli imprenditori ce lo ricordano drammaticamente: il luogo è tutt’altro che superato.

E non è un caso che Giacomo Bramucci ha l’incarico confederale all’innovazione dei luoghi per antonomasia: i borghi.

Il luogo, il borgo, è al centro del nostro impegno, della nostra attenzione e della nostra responsabilità di grandi corpi intermedi e di cittadini di questo straordinario Paese che sulla storia, sulla bellezza dei luoghi e sulla loro esperienza rimane un unicum al mondo.

E Carlo Bo diceva che le Marche sono fatte di “paesi più belli, più italiani, e possiamo dire che meglio corrispondono all’idea stessa dell’Italia”.

Per questo, da italiano prima ancora che da Presidente di Confcommercio, vorrei chiudere con le parole del primo Presidente della Repubblica: Enrico De Nicola, che ho citato anche in Assemblea nazionale.

Diceva De Nicola: “il mondo è dei pazienti; e noi sapremo, con sforzo vigile, curare le nostre ferite, risanare i nostri mali, ricostruire le nostre fortune”.

Con la pazienza che una grande storia collettiva consente, con tutto lo sforzo di cui siamo capaci, con la passione che ci contraddistingue, il nostro impegno e la nostra responsabilità restano quelli, come nel caso di Senigallia, di curare, risanare, ricostruire. Per curare, per risanare, per ricostruire, servono le persone. Bisogna mettere al centro le persone. Come succede in Confcommercio.

Al centro ci sono le persone che ci lavorano: quelle che vi dedicano tempo e passione, quelle che ci hanno scelto, persino quelle che non pensano a noi mentre noi pensiamo a loro. Le persone che, nonostante tutti gli impedimenti e gli eventi drammatici, continuano a costruire le imprese, creando buona crescita e buona occupazione.

Le persone che, senza aspettarsi nulla in cambio, costruiscono le associazioni e assicurano la tenuta e la coesione sociale del Paese. Le persone, che anche nelle stagioni più complicate, costruiscono la speranza e il nostro futuro. Le persone che curano, risanano, ricostruiscono un Paese migliore. Curano, risanano, ricostruiscono un territorio che il fango ha travolto, ma a cui non ha portato via l’anima e il cuore. Grazie a tutti voi”.

 

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