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A Montignano sta per nascere un Comitato per promuovere lo sviluppo del paese

A Montignano sta per nascere un Comitato per promuovere lo sviluppo del paese

di FULVIO GREGANTI

SENIGALLIA – Viviamo da tanti anni in uno strano paese, Montignano, dove esisteva negli anni ’80 un falegname in ogni via, un pescatore ogni strada, un meccanico, due o tre negozi alimentari, un dottore, una chiesa con un parroco, perpetua e sagrestano.

E poi una edicola, una tabaccheria, un negozio di abbigliamento, le poste, un campo da calcio, un negozio di scarpe, una parrucchiera, un ristorante, una Torre che sovrastava e guardava dall’alto. Volutamente lasciamo per ultimo un campo da tennis che ne ha viste di tutti i colori ed un bar con una sala biliardi che ancora, stranamente, resiste al passare del tempo.

Sicuramente abbiamo dimenticato molto e ce ne scusiamo. C’era una festa dell’amicizia e dell’avanti e, in anni più recenti, una festa del cuntadin proprio in un territorio dove i contadini sono sempre stati molto pochi, ma tant’è. Una strana fiera ogni mercoledì con qualche bancarella che rallegrava e riempiva il corso piccolissimo.

Cosa è mancato in tutti questi anni? La mano pubblica, i servizi. Anzi, con il passare del tempo, il ruolo delle istituzioni si è ritratto sempre di più. A stento ancora suonano le campane, in questo strano paese, quando il parroco si presenta (sta a Marzocca) e se ne ricorda.

Ci sarebbe bisogno di un bancoposta, di una palestra e di una scuola potenziata, di una farmacia perlomeno tra Castellaro e Montignano, di nuove costruzioni sulla zona della Torre che diventerebbe un gioiellino tra la terra e il mare, tra la collina ed il cielo, di un ufficio comunale dove si possano espletare delle pratiche di ordinaria amministrazione. Di un teatro parrocchiale funzionante ed aperto tutto l’anno per presentare libri e conferenze.

Il posto è magnifico, antico, ma nessuno, in questi anni, si è preso la briga di svilupparlo come ha fatto meritevolmente l’onorevole Orciari con la sua amata Marzocca. Tutti i nostri governanti, nessuno escluso, ci chiedono il voto per le periferie e poi magari inaugurano un parcheggio atteso da tanti anni, oppure dei dossi. Troppo poco, quasi niente.

Ci dobbiamo limitare ad esaudire le richieste dei cittadini oppure dobbiamo fare in modo di guidare un cambiamento deciso e netto? Qual è il ruolo del politico, soddisfare la pancia della gente o avere una visione lucida, strategica, che abbia riscontro negli anni? Montignano sopravviverà come ha sempre fatto, nonostante ed a volte, contro la politica, ma lo scoramento è massimo e le speranze rimangono inevitabilmente, ogni cinque anni, disattese. Quousque tandem, cari politici, abutere patientia nostra?

Faremo ancora tutto da soli, me lo sento, ma i prossimi anni, qualcuno abbia la compiacenza di chiedere il voto con più educazione e più tatto. Almeno questo.

 

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