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Senigallia capitale italiana della Cultura, Mangialardi: “Un progetto che non ha mai fatto parte del mio programma”

Senigallia capitale italiana della Cultura, Mangialardi: “Un progetto che non ha mai fatto parte del mio programma”

“Il fatto che sia naufragato è responsabilità esclusiva dell’attuale Giunta”

ANCONA – “Mi sembra che il vicesindaco Pizzi sia in grande confusione. Prima propone la candidatura di Senigallia a Capitale italiana della cultura, poi ci ripensa e la ritira perché, dice lui, è già stata nominata Pesaro nel 2022 e, soprattutto, l’Amministrazione Olivetti non ha un progetto ad hoc. Infine, risentito per la giusta pioggia di critiche ricevute, non trova di meglio che accusare me per non aver realizzato la “sua” iniziativa”.

Così il capogruppo regionale del Partito Democratico ed ex sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, replica all’attuale vicesindaco Riccardo Pizzi sul ritiro della candidatura della città a capitale italiana della cultura.

“Iniziativa che, detto per inciso, non ha mai fatto parte del mio programma di mandato. Con ciò non voglio dire che la proposta non fosse una buona idea; anzi, penso che la giunta comunale avrebbe dovuto insistere e lavorare insieme a tutte le forze politiche, sociali e culturali della città per conseguire questo obiettivo, valorizzando il nostro patrimonio culturale e artistico, nonché l’immagine che Senigallia ha saputo conquistarsi negli anni scorsi a livello internazionale grazie alle sue eccellenze e alle sue peculiarità, a partire dall’affermazione nell’ambito delle arti visive e dalle sue eccellenze enogastronomiche”.

“Purtroppo è proprio questo che è mancato all’Amministrazione comunale – affonda Mangialardi -: la capacità di coinvolgere non solo le realtà cittadine ma, come hanno fatto a Pesaro, anche i Comuni limitrofi in un progetto territoriale di più ampio respiro, che è stato il vero segreto del successo del sindaco Ricci. Anziché lanciarsi in contorti ragionamenti volti solo a scaricare su altri le responsabilità della figuraccia rimediata, Pizzi farebbe bene a fare tesoro degli errori commessi, iniziando subito a lavorare per un traguardo che può ancora essere alla portata di Senigallia. Dia quella qualità che fino oggi è mancata alla politica culturale, sostenga eventi all’altezza del profilo della città, anziché, per esempio, farsi imporre da certi suoi colleghi di maggioranza mediocri manifestazioni che non hanno nulla a che fare con il prestigio del cartellone estivo senigalliese. Ma soprattutto investa sulla partecipazione. La nostra comunità vanta realtà associative straordinarie che, glielo dico per esperienza, possiedono competenze, conoscenze ed entusiasmo capaci di fare davvero la differenza, anche in partite sicuramente difficili e complicate come quella della Capitale italiana della cultura”.

 

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