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“Ad un anno dall’alluvione molte cose sono ancora da fare”

“Ad un anno dall’alluvione molte cose sono ancora da fare”

Sabato pomeriggio a Casine di Ostra un incontro organizzato da Pd e Diritti al Futuro

OSTRA – “È trascorso più di un anno dall’alluvione del 15 settembre 2022 ed ancora ci sono temi dimenticati  dalle politiche della maggioranza in regione, seppur siano di fondamentale importanza per tutto il territorio della Valle del Misa-Nevola e in generale per tutta la regione Marche. Anche di questo parleremo – si legge in una nota – per tracciare un bilancio sabato 28 alle 17.00 nell’incontro organizzato da PD e Diritti al Futuro.

“Oramai dovrebbe essere chiaro a tutti che l’attività degli agricoltori professionali e/o occasionali, non è solo produzione di beni per il consumo primario ma anche necessariamente salvaguardia dell’ambiente, tutela della biodiversità e questo è possibile grazie alla loro presenza sul territorio.

“La corretta regimazione delle acque meteoriche nei terreni agricoli (canali di scolo permanenti, collettori naturali e artificiali) è di estrema importanza per l’azienda agricola e anche per il comprensorio per ridurre il rischio di dissesto idrogeologico, per la preservazione della coltivabilità dei terreni agricoli, l’assorbimento di acqua e l’allontanamento degli eccessi idrici e per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici; l’acqua è un bene prezioso non possiamo permetterci di perderla, al contrario va salvaguardata l’efficienza del reticolo idrografico minore e principale.

“Inoltre non si può pensare di avere appezzamenti collinari di grandi dimensioni con versanti lunghi anche 500 m senza conseguenze. Non avere ostacoli genera un’apparente velocizzazione delle operazioni colturali, in realtà incentiva l’erosione superficiale e lo scorrimento veloce dell’acqua meteorica. La salvaguardia e la riqualificazione del paesaggio rurale passa per il ripristino delle formazioni vegetali lineari quali: siepi; filari poderali e interpoderali; fasce di rispetto inerbite e piantumate, di strade e corsi d’acqua, con funzione antierosiva e fitodepurante.

“Sembrerebbero interventi improduttivi al contrario contribuiscono fattivamente ad assicurare le produzioni agricole e vanno sostenute con misure mirate.

Tenuto conto di quanto già detto, bisogna ripensare anche a cosa coltivare, non solo in funzione del mercato ma anche della razionalizzazione dei costi colturali.

La perdita della fertilità dei suoli per dilavamento dei principi nutritivi ed erosione superficiali dei terreni, ha un costo che apparentemente non viene considerato in quanto si ricorre poi ad input energetici esterni ma che invece dovrebbe essere valutata nella scelta dell’ordinamento colturale. Come se tra l’altro i concimi non fossero un costo per gli agricoltori.

“Altro aspetto da considerate – prosegue la nota – al fine di preservare l’ambiente e la biodiversità dai cambiamenti climatici è la diversificazione delle produzioni, in modo da differenziare le operazioni colturali e lasciare il terreno per la maggior parte coperto da vegetazione.

“I danni da eventi meteo estremi non si possono evitare, ma la gestione del territorio e l’adozione di pratiche agricole sostenibili, rispettose dell’ambiente, sicuramente aiutano a limitarli e serve per questo una guida da parte della Regione Marche che non vediamo”.

 

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