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Concessioni balneari, l’apertura di una procedura di infrazione avrebbe effetti devastanti

Concessioni balneari, l’apertura di una procedura di infrazione avrebbe effetti devastanti

Mangialardi: “Il governo Meloni ha commesso un errore clamoroso perdendo tempo con la mappatura anziché lavorare a un disegno di legge per tutelare investimenti e posti di lavoro”

ANCONA – “L’apertura di una procedura di infrazione sulle concessioni balneari nei confronti dell’Italia da parte della Commissione europea potrebbe costare caro al nostro Paese e, soprattutto, ai cittadini e alle imprese già alle prese con un’inflazione reale fuori controllo. Purtroppo il cieco antieuropeismo di cui tutti i partiti del centrodestra hanno dato prova negli ultimi anni non poteva che partorire un simile risultato. Il governo Meloni, convinto di poter impunemente continuare a ricorrere alla strategia delle proroghe, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato imponesse dal 1° gennaio 2024 la messa a gara delle concessioni demaniali, rischia letteralmente di far saltare migliaia di imprese e di cancellare centinaia di migliaia di posti di lavoro”.

Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi commenta le indiscrezioni che darebbero per imminente la trasmissione al governo italiano della lettera della Commissione europea con il parere motivato sul dossier Balneari. Lettera che, di fatto, costituirebbe l’anticamera dell’avvio della procedura di infrazione a cui è sottoposta Roma sulle concessioni demaniali.

“Spiace dirlo – continua il capogruppo dem – perché tante piccole imprese a conduzione familiare hanno in buona fede creduto alla demagogia di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ma l’idea della mappatura delle spiagge libere realizzata dal governo si sta rivelando un autentico boomerang che rischia di produrre conseguenze devastanti per il settore. Al di là delle diverse interpretazioni, infatti, questo studio sarà ininfluente ai fini dell’applicazione della direttiva Bolkestein. L’unico risultato raggiunto dall’anno che la Meloni ha irresponsabilmente perso a partire dalla sentenza del Consiglio di Stato, è stato proprio quello di rendere inevitabile un intervento dell’Unione Europea. Invece, come da tempo avevamo suggerito a tutti i livelli, dal Parlamento alle Regioni, nel 2023 il governo avrebbe dovuto lavorare a un disegno di legge capace di restituire sicurezza alle imprese balneari, tutelando in primo luogo gli investimenti fatti negli ultimi anni e salvaguardando i livelli occupazionali”.

 

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