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Attacchi, accuse e minacce: lo scontro tra Olivetti e Mangialardi si fa sempre più duro

Attacchi, accuse e minacce: lo scontro tra Olivetti e Mangialardi si fa sempre più duro

Al centro del confronto le opere realizzate nell’area dell’ex Arena Italia

SENIGALLIA – Lo scontro, a questo punto non solo politico, tra l’attuale sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, ed il suo predecessore, Maurizio Mangialardi, si acuisce.

Oggi registriamo due loro interventi – un botta e risposta – che vanno attentamente valutati. Noi li proponiamo così come li hanno diffusi.

“Caro consigliere di minoranza Mangialardi – scrive l’attuale sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, in una lettera aperta sulle opere all’ex Arena Italia -, arrampicarsi sugli specchi non è facile ed il suo maldestro tentativo ne è la prova regina.

“Prima di entrare nell’analisi della sua fantasiosa nonché diffamatoria e calunniosa ricostruzione dei fatti relativi alla Piazza Lambertina, mi preme rammentarle, visto che dalla sua narrazione appare chiaro che lei o non conosce o fa finta di non conoscere le più elementari leggi amministrative, il normale iter che un procedimento urbanistico di questo genere dovrebbe avere.

“Nel caso di approvazione di un piano di riqualificazione urbana ed edilizia, come quello che ci occupa, la proprietà propone al Comune un progetto dell’intervento edilizio e delle opere di urbanizzazione che intende realizzare.

Il progetto e la relativa convenzione vengono quindi sottoposte ad approvazione della Giunta Comunale che, nel caso dell’Ex Arena Italia, è avvenuto con delibera n. 12 del 17.1.2017.

“L’impresa costruttrice, una volta terminato l’edificio e tutte le opere di urbanizzazione in base a quanto approvato e stabilito dalla delibera succitata, avrebbe ottenuto l’agibilità delle singole unità immobiliari realizzate ed avrebbe ceduto le parti pubbliche (tra queste la Piazza) al Comune.

“Ho utilizzato il condizionale – aggiunge l’attuale sindaco di Senigallia -, perché nel caso in questione le cose andarono ben diversamente: le opere pubbliche realizzate non vennero fatte secondo quanto prevedeva la delibera, e quindi la legge, ma in modo palesemente difforme.

“Fu proprio questa difformità che, sebbene non impedì a lei di procedere ugualmente (circostanza alquanto bizzarra ed unica) alla sua spettacolare inaugurazione, di fatto impedì alla ditta di procedere con la comunicazione di fine lavori e quindi con la cessione dell’area al Comune, necessari per l’agibilità dei singoli appartamenti.

“A proposito dell’inaugurazione, è palesemente falso che, come lei scrive, il 1 dicembre 2019 lei e la sua Giunta avete festeggiato “l’inaugurazione del condominio all’Ex Arena Italia”. Non si vergogni a dire la verità! Guardi attentamente il mio post, ci troverà la locandina realizzata dal Comune di Senigallia per quel giorno (che qui allego di nuovo). Il titolo è inconfutabile: “Inaugurazione di Piazza Lambertina – Piazza di Lungo Corso” e le foto riportate sulla locandina raffigurano proprio le parti dell’area in cui sono stati realizzati i lavori illegittimi.

“Le aggiungo che è assolutamente  falso  che, come lei sostiene, io avrei pubblicato le foto dell’inaugurazione del 1 dicembre per “cercare di indebolirla”. Si tranquillizzi, non mi interessa affatto la sua immagine pubblica. Ho pubblicato quelle foto solo perché sono una prova inconfutabile ed incontrovertibile dell’assurda condotta sua e dei suoi assessori e consiglieri, che invece di rilevare la palese violazione, come avreste per legge dovuto, ne celebravate la realizzazione. Un minimo di decenza le avrebbe dovuto consigliare di chiedere scusa alla cittadinanza ed ai residenti di quella palazzina per questa sua condotta ingiustificabile anziché accampare scuse puerili come quella di aver inaugurato il condominio anziché la Piazza!

“A questo punto – prosegue l’attuale sindaco di Senigallia -, acclarata la palese differenza tra quanto realizzato e quanto autorizzato, cosa avrebbe potuto fare l’impresa costruttrice per sanare questa difformità che di fatto rende illegittima la struttura che lei con tanta enfasi ha celebrato?

Avrebbe dovuto presentare una istanza finalizzata a sanare le variazioni delle opere di urbanizzazione rispetto a quelle autorizzate dalla sua Giunta nel gennaio 2017, quella che lei impropriamente definisce “variante finale alle opere di urbanizzazione”, ma che di fatto è una sanatoria a tutti gli effetti.

“E qui, ancora una volta la sua pittoresca fantasia (simile a quella di uno scolaro che le inventa tutte pur di evitare di essere interrogato) la porta a scrivere “lo scoppio della pandemia da Covid-19 e il seguente lockdown sconvolsero l’ordinario agire sia dell’impresa che degli uffici comunali, ritardando l’avanzamento della pratica”. Ma anche questa scusa è facilmente smentita dai fatti: caro consigliere di minoranza, sa quante delibere la sua Giunta prese dal 1 gennaio 2020 al 5 ottobre dello stesso anno (giorno in cui fui eletto come Sindaco)? 170 delibere, di cui oltre una ventina importanti di natura urbanistica. Basta aprire il nostro sito comunale per rendersene conto.

“Quindi, secondo lei, nell’ultimo periodo del suo mandato, mentre tutte le altre pratiche venivano presentate dai privati ed approvate dalla sua Giunta, solo questa fu bloccata dal COVID 19, nonostante ci fosse l’urgente necessità di sanare l’opera difforme oggetto di cotanta sua performance inaugurativa? Ma davvero ci considera tutti così scemi?

E’ evidente che se in quel momento, caratterizzato dalla campagna elettorale, la ditta costruttrice avesse presentato una pratica in sanatoria tutti si sarebbero accorti della difformità, nonché del fatto che lei ed i suoi assessori e consiglieri avevate inaugurato un’opera illegittima e sarebbe scoppiato lo scandalo (la delibera infatti sarebbe dovuta essere pubblicata nel portale comunale e tutti avrebbero potuto avere contezza della sua ridicola e costosa inaugurazione).

“Non vi è dubbio che presentare successivamente all’elezione una sanatoria sarebbe stato molto diverso in termini di immagine. Purtroppo per lei le elezioni del 2020 non andarono secondo i suoi desiderata: la gestione della Regione e del Comune cambiarono e questo indubbiamente complicò la possibilità di sanare il grave vizio, perché necessariamente l’atto doveva essere portato a conoscenza dei nuovi amministratori.

“Tutto questo ovviamente lei non lo dice – aggiunge Massimo Olivetti -, preferendo affermare falsamente “E’ però evidente che una volta cessata l’emergenza sanitaria, l’atto avrebbe dovuto essere approvato quanto prima” ed ancora “che a oltre tre anni dal suo insediamento Olivetti non sia riuscito a farlo, ha oggettivamente dell’incredibile e la dice lunga sulle competenze della sua giunta”.

Lei non dice una cosa importantissima: dopo l’esito dell’elezione la Ditta costruttrice non depositò alcuna variante in sanatoria, per cui le chiedo: noi quale atto avremmo potuto approvare “quanto prima”?

“E’ noto a tutti, tranne che a lei, che una variante in sanatoria può essere presa in esame prima dagli uffici comunali e quindi dalla Giunta, solo dopo che l’impresa la presenta.

“Sa quando è stata depositata la variante in sanatoria dalla ditta in Comune? Solo qualche mese fa, appena gli uffici comunali hanno rilevato l’anomala situazione.

Solo dopo la presentazione dell’istanza in sanatoria, come previsto per legge, gli uffici hanno iniziato l’iter per raccogliere tutti i pareri necessari per mettere la Giunta attuale nella condizione di decidere se concederla o meno.

“Tra i pareri richiesti dopo l’istanza presentata dalla ditta, vorrei ricordarle, è stato acquisito anche il parere della Soprintendenza, che come si può leggere dagli atti si è espressa su quest’opera solo in due occasioni: quella in cui il progetto in origine è stato presentato a fine 2016 per essere approvato nel gennaio 2017 e quella appunto di pochi mesi fa per esprimersi sulla sanatoria. A tal proposito non è stata rinvenuta traccia, nella documentazione comunale, della prova di quello che lei dice e cioè che gli interventi urbanistici difformi da quelli autorizzati sarebbero stati totalmente concordati con la Soprintendenza (una delle affermazioni gravi di cui, credo, sarà chiamato a rispondere).

“Così la pratica – scrive sempre l’attuale sindaco di Senigallia – è pervenuta solo in questi giorni all’esame della Giunta da me rappresentata, che dovrà decidere se autorizzare o meno queste rilevanti difformità rispetto al progetto originario, non senza coinvolgere prima tutte le parti politiche, sia quelle che sono state elette dopo il verificarsi dell’illegittimità sia quelle che invece conoscevano l’intera storia ed hanno partecipato all’inaugurazione dell’opera difforme rispetto a quanto autorizzato.

“Non ho quindi fatto alcun atto di terrorismo psicologico: ho ritenuto, invece,  opportuno, come è mio dovere e come sarebbe stato suo dovere all’epoca dei fatti, avvertire coloro che avevano acquistato gli immobili che stanno occupando appartamenti ancora non dotati di agibilità, a causa di queste difformità, che le ribadisco non sono  come lei afferma “un piccolo intoppo che tuttavia, rappresentando un passaggio burocratico più formale che sostanziale, non avrebbe compromesso l’effettiva abitabilità dell’edificio”, ma un vero e proprio ostacolo all’agibilità, secondo quanto previsto dalla delibera della sua Giunta del 2017.

“Durante quell’incontro sono stati proprio loro stessi a mostrare preoccupazione sulla possibilità di ottenere i ristori, per questo vizio esistente al momento dell’evento alluvionale, una valutazione, lo ribadisco, che non tocca al Sindaco, ma in base alla legge, direttamente al Commissario e quindi al Dipartimento di Protezione Civile.

Quanto da lei scritto – prosegue Massimo Olivetti, rivolto al suo predecessore Maurizio Mangialardi –  è, dunque, gravemente falso, come viene comprovato in modo inconfutabile  per tabulas dai documenti che le ho citato, nonché dalle sue stesse affermazioni continuamente contraddittorie.

“Per quanto mi riguarda, se da un lato le confermo, come già detto in più occasioni,  che non ho alcun conflitto di interesse in nessuna pratica comunale, avendo già prima dell’assunzione del mio incarico, in modo puntuale e preciso, rinunciato a  qualsiasi incarico che potesse essere solo lontanamente definito tale, dall’altro le ribadisco che non ho più intenzione di sopportare i suoi attacchi diffamatori e calunniosi, circostanza che mi obbliga a tutelare la mia onorabilità nelle sedi opportune. Arrivederci caro consigliere di minoranza, o in una prossima occasione formale o in tribunale”, conclude Massimo Olivetti.

E, puntuale, arriva la replica di Maurizio Mangialardi. “Se l’avvocato Olivetti, già sindaco di Ostra – afferma -, crede di intimidirmi con i suoi insulti e la sua minaccia di portarmi in tribunale sbaglia di grosso, anche se non mi sorprenderebbe vista l’attitudine dei suoi alleati a ogni livello istituzionale.

“Invece di perdere altro tempo prezioso in questo modo, diffondendo comunicati stampa pieni di livore e privi di ogni logica politica – aggiunge l’ex sindaco Maurizio Mangialardi -, si sbrighi ad approvare (restando seduto in giunta, se gli riesce) quella variante finale alle opere di urbanizzazione, dando così ai residenti e alle attività economiche dell’ex Arena Italia quell’attenzione che in oltre mille giorni di governo non ha saputo o voluto loro offrire”.
“L’avvocato Olivetti – continua Mangialardi – non si è mai occupato di quella pratica, tanto è vero che ogni volta che parla dimostra di non conoscere nulla di un grande intervento di rigenerazione urbana che ha restituito alla città un’area di totale degrado, pienamente concordato nei suoi aspetti migliorativi con la Soprintendenza.

“C’è voluta un’alluvione e la richiesta di risarcimento danni da parte delle famiglie per scuotere lui e la sua giunta dalla pigrizia amministrativa che li aveva portati ad ignorare un problema, peraltro di facile soluzione. Eppure, neanche lì l’ex sindaco di Ostra si è dimostrato reattivo, preferendo attardarsi in una pruriginosa ricerca, e alla successiva pubblicazione sui propri canali social delle foto risalenti all’inaugurazione di piazza Lambertina, risalenti a ben quattro anni fa. Quando si dice avere chiare le priorità!”.
“L’avvocato Olivetti la smetta di fare l’offeso – conclude Maurizio Mangialardi – e faccia ciò che è necessario per i cittadini. Posso assicurargli che l’atto da approvare è molto più semplice di quello con cui ha cancellato il progetto dell’hotel a 5 stelle alle ex colonie Enel per realizzare decine di appartamenti. Poi, se ci riesce, chieda scusa per i disagi creati ai cittadini con la sua inerzia”.

 

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