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Le senigalliesi del Banco Marchigiano-Subissati seconde in Coppa Marche

Le senigalliesi del Banco Marchigiano-Subissati seconde in Coppa Marche

L’Urbania vince 3-0: una giornata subito sfortunata. Sara Lombardi bloccata da un infortunio

SENIGALLIA – E’ sfumato il primo gradino del podio nel torneo di Coppa Marche per il Banco Marchigiano-Subissati dopo una finale dall’altissima tensione agonistica.

Una giornata decisamente “no” per le neroazzurre con una partita (meritatamente vita da Urbania 3-0) subito compromessa, ad inizio del primo set, dall’infortunio al ginocchio del primo centrale nero-azzurro Sara Lombardi.

Un colpo duro e destabilizzante (anche dal punto di vista psicologico) per la squadra che ha fatto poi fatica a superare le forti avversarie di Urbania.

Per la Lombardi (che ha subito abbandonato il campo e raggiunto il Pronto Soccorso)  prognosi ancora riservata attesa la necessità di sottoporsi ad una serie di esami diagnostici.

La partita è stata giocata con alto tasso di agonismo con Urbania particolarmente brillante in difesa e le nero-azzurre che hanno giocato solo a tratti.

In questo contesto, vi è da registrare l’incredibile performance del giovane primo arbitro che, assunte autonomamente le vesti del protagonista non richiesto dell’incontro, ha sfoderato una direzione di gara imbarazzante fischiando in termini seriali doppie (quasi tutte inesistenti) ai palleggiatori della US ed alzando oltremodo l’asticella della tolleranza per palleggi molto simili o identici della regista avversaria (16 volte la panchina senigalliese ha sottolineato palle identiche non fischiate all’altra formazione). Nonostante la presenza di osservatori arbitrali, il direttore di gara Rizzi, evidentemente risentito per le legittime proteste, non solo ha assunto un atteggiamento ad un certo punto provocatorio nei confronti della panchina nero-azzurra ma ha poi estratto una serie di cartellini totalmente fuori luogo, dimostrando di non essere in grado di dirigere una finale.

“Sia chiaro – ha commentato il direttore tecnico Paradisi – Urbania ha vinto con merito. Tanto di cappello alla squadra. Ma anche se non è stato l’arbitro a decidere la partita, rappresenteremo alla federazione non tanto l’inadeguatezza del direttore di gara quanto, a monte, un errato metodo di designazione.

Non si mandano alle finali di campionato o di coppa arbitri inesperti e totalmente incapaci di mantenere equilibrio, imparzialità, equità e simmetrico metro decisionale. Un arbitro deve contenere le proprie emozioni. Occorre avere più rispetto delle società che pagano e finanziano il movimento. Una finale non è un test per arbitri o un trampolino per carriere future arbitrali. Questa logica deve finire e il settore arbitrale lo deve capire.

“Una finale è il momento – ha aggiunto Paradisi – in cui le società sportive provano a raccogliere i frutti di lavori immensi e spesso invisibili. L’arbitro, che certamente ha il diritto sacrosanto di sbagliare, deve essere però adeguato e con caratteristiche psicologiche e caratteriali idonee al compito che gli viene assegnato. E se non ha la capacità di accettare critiche civili e legittime e riflettere sul metro usato anziché armarsi di risentimento, deve appendere il fischietto al chiodo”.

La società ringrazia i propri sostenitori che hanno affollato il palazzetto di Corridonia garantendo una scenografia comunque di festa e di colori per quello che è comunque uno storico secondo posto in Coppa. Ora testa bassa sul campionato, nella speranza di un veloce recupero della centrale Lombardi.

 

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