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“I problemi del porto di Senigallia restano tanti”

“I problemi del porto di Senigallia restano tanti”

“Ondata su ondata va a finire in frittata”, afferma l’ingegner Mauro Rognoli, esperto del settore

di MAURO ROGNOLI*

SENIGALLIA – Non solo la Bandiera Blu per la Spiaggia di Velluto: Senigallia, come tutti gli altri porti marchigiani, ha ottenuto anche la Bandiera per gli approdi turistici.

E sulla stampa (Il Resto del Carlino) il sindaco Olivetti ha commentato: “C’è grande soddisfazione, molto migliorati l’aspetto ambientale e i servizi…un altro riconoscimento che ci inorgoglisce, un importante tassello per il turismo da diporto che è in forte espansione”. Dunque bene, evviva, per la nostra città.

Solo che – diciamocelo tra noi, che gli altri non senigalliesi non ci sentano – ma è proprio così?

  • Nell’area portuale, al momento, gli unici WC pubblici sono nell’area Nino Bixio (zona di attracco dei pescherecci), soprattutto, come è giusto, a disposizione del personale marittimo. Ci sono altri due WC e due docce per disabili a disposizione di diportisti locali (200) e imbarcazioni in transito. Ci sarebbero anche nuovi bagni nel molo di ponente, ma non sono ancora allacciati alla fognatura comunale.
  • Nel 2021 furono istallate due colonnine per ricarica di batterie di auto elettriche. Nel 2022 una fu investita da una auto che l’ha resa inutilizzabile. Non è stata ancora sostituita.
  • Nel 2019, grazie a un contributo europeo, fu realizzata la struttura per un distributore di carburante, mai entrato in funzione. L’unica pompa di carburante dunque a servizio nel porto è quella di una ditta privata, che interviene per il rifornimento solo previa chiamata telefonica.
  • All’ingresso mare dell’avamporto, nella parte centrale delimitata da due file di boe rosse, la profondità è di soli 2 metri (in condizioni di medio mare) che diventano 1,60 con la bassa marea. La scarsa profondità si manifesta anche in altri punti (zona travel, ect). Nel 2022 si sono incagliate, in ingresso e uscita, diverse imbarcazioni (pescherecci e da diporto). Per questo motivo, in transito, diverse barche di una certa stazza preferiscono ormeggiare e stazionare in porti limitrofi come Ancona e Fano.
  • Era stato ereditato dalla precedente Giunta un finanziamento regionale di 840.000 euro per i lavori di escavo del porto, ma è stato revocato non essendo stato eseguito l’appalto nei tempi previsti. Ora corre voce che siano in arrivo oltre 2 milioni (sarà solo voce elettorale?), che, comunque non serviranno per la prossima estate.
  • Nel 2024 il servizio di alaggio/varo è stato interrotto, poiché il Travel Lift è fuori uso da settembre scorso non essendo state effettuate le riparazioni necessarie. (ps – vale la pena di ricordare che nel 2021-2022 sono state alate 200 imbarcazioni e che Senigallia era il riferimento delle vongolare di Fano). Per questo motivo i diportisti che vogliano effettuare le normali manutenzioni alla carena delle proprie barche debbono recarsi al porto di Ancona o Fano, oppure chiamare una ditta con autogru. Al di là di costi molto più alti e del disagio, sarebbe anche da verificare se le ditte operanti presentino a Senigallia Servizi i certificati previsti dalle vigenti norme di sicurezza (piano di sicurezza, Durc, ect). Sarà di certo così, ma ricordarlo non fa male.
  • Anni fa, sempre con contributo europeo, fu realizzato un impianto per la raccolta delle acque di sentina delle imbarcazioni: al momento è inutilizzato.

Ricordo sommessamente che l’unico intervento per l’area portuale di questa Giunta, dal 2021, è stato il posizionamento di alcune fioriere (a mio gusto non belle, ma magari a qualcuno piacciono) per separare alcuni spazi.

Orbene, al di là che piacerebbe sapere con quali criteri vengano assegnate certe Bandiere Blu e se costano, resta il problema che certe esagerazioni hanno le gambe corte. Perché, al di là delle bandiere che sventolano, se non ci sono servizi ma solo disagi i diportisti si stufano, vanno altrove e la voce passa veloce come un vento di tramontana.

Certo ora ce lo diciamo tra noi senigalliesi, ma si sa poi come vanno le cose. Resta il sempre: in che mani siamo.

*Ingegnere

 

 

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