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Campanile: “Il sindaco Olivetti rinunciatario sul ruolo guida che Senigallia deve avere sul territorio”

Campanile: “Il sindaco Olivetti rinunciatario sul ruolo guida che Senigallia deve avere sul territorio”

di GENNARO CAMPANILE*

SENIGALLIA – “Le Terre della Marca Senone” è un ente pubblico che racchiude i comuni di Senigallia, Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Serra dei Conti e Trecastelli con lo scopo di “gestire servizi pubblici essenziali” del territorio. Nata nel 2018 non ha mai avuto un momento di verifica: funziona o non funziona? Senigallia, capofila del progetto, ci ha guadagnato o ci ha rimesso? I servizi erogati sono migliorati oppure no?

A nessuna di queste domande c’è risposta. Il centrodestra senigalliese, contrario e fiero oppositore del progetto, una volta arrivato al potere non ha verificato nulla lasciandone la guida politica ad Arcevia (spacciando la cosa come atto di democrazia diffusa). E così i Servizi Sociali (che assorbono circa 9 milioni del bilancio cittadino) sono scomparsi dal radar del controllo senigalliese.

Ora il centrodestra vuole liberarsi della promozione turistica fatta in prima persona dirottandola (personale compreso) verso la Marca. E’ una iniziativa condivisibile?

Così come è stata proposta dal Sindaco Olivetti in Commissione la risposta è negativa per insufficienza di valide argomentazioni, maggiori costi (nuovo sito internet quando quello di Senigallia è ancora caldo), rischi connessi alla creazione di un nuovo “brand”, mancanza di vantaggi reali per la nostra città.

La “promozione turistica” della Spiaggia di Velluto lasciamola ai ricordi del passato. Domani sarà pubblicizzata la Marca. Ci sono voluti 40 anni per far conoscere Senigallia in Italia e nel mondo ed ora si volta pagina. Non ce ne vogliano gli altri partner dell’Unione ma le persone vengono in zona per il mare e non certo per le colline del territorio, che vanno valorizzate sicuramente ma che non possono essere il focus della promozione.

Avrebbe avuto senso prendere accordi con Corinaldo (turismo religioso), Castelleone (turismo storico), Frasassi (turismo naturalistico) al pari di quanto fatto con Urbino e Gubbio (turismo culturale, progetto Le Terre del Duca) e valorizzare ancor più quello che offre Senigallia (in altre città il Guercino esposto nella Chiesa di san Martino sarebbe una attrazione).

Il Sindaco non ha detto se crede o non crede nell’Unione, non ha anticipato verifiche su quello che è stato fatto in tre anni né se è soddisfatto dei risultati raggiunti (quali?) limitandosi a riferire di una fumosa richiesta da parte di operatori economici che però non trova nessun riscontro in atti formali, dichiarazioni pubbliche, richieste ufficiali.

Quello che è apparso è un Sindaco sfuggente, bravo affabulatore, misterioso sul progetto della città, rinunciatario sul ruolo guida che Senigallia deve avere sul territorio in base a ciò che è.

Dopo la modifica allo statuto cittadino con la possibilità di fare a meno dei dirigenti, l’unico rimasto è, che combinazione!, proprio quello di Area, in pianta organica pure. Nel gioco degli scacchi il cavallo è l’unico pezzo in grado di saltare l’ostacolo anziché affrontarlo di petto. Non è che tutta l’operazione è condizionata dall’incapacità di affrontare la situazione?

Infine c’è un aspetto occupazionale tutt’altro che trascurabile. Gli attuali lavoratori dell’Unione sono quasi tutti distaccati dai vari Comuni, ancora per poco però. Che ne sarà di loro? Saranno assunti dall’Unione? Potranno preferire il ritorno nel Comune di Origine? E se domani si convenisse che l’Unione è un fallimento che fine farebbero?

*Consigliere comunale – Senigallia

 

QS – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.quisenigallia.it

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