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Piccole proposte per un risveglio culturale ed un territorio migliore

Piccole proposte per un risveglio culturale ed un territorio migliore

di MASSIMO BELLUCCI*

TRECASTELLI – Ascoltare i racconti di una persona anziana, andare a raccogliere i rifiuti abbandonati ai bordi delle strade, sfogliare un vecchio album di foto familiari; sembrano azioni slegate tra loro, ma soprattutto: cosa c’entrano con la cultura?

Musei e teatri lirici sono cultura, certo! Ma… La robaccia nei fossi? O le storie di un anziano? Questa non è forse cultura?

Eppure le memorie dei luoghi a noi vicini ci parlano di tanta attenzione per la terra. Potature di viti raccolte per fare il fuoco sul camino insieme ai rovi sfalciati, umili rimasugli che tra dicembre e gennaio facevano compagnia al fuoco nobile del ciocco. Pratiche che non nascevano solo dalla povertà, pur diffusa, ma da una cultura nella quale la terra era rispettata come qualcosa di vivo e sensibile. Nessun contadino si sarebbe sognato di buttare la robaccia per terra, lungo i fossi.

Abbiamo bisogno di cultura diversa, che scenda dal piedistallo e vada a piedi “nudi” lungo i sentieri, dove è ancora possibile accarezzare la ruvida e delicata corteccia dei tronchi, ascoltare le foglie che cadono, ma dove spesso si trovano bottiglie, lattine, rifiuti di ogni tipo. Oltre al rispetto per l’ambiente è stato smarrito il senso della bellezza semplice, senza additivi digitali.

Abbiamo cominciato a pensare che le memorie dei nostri luoghi, le storie di fatiche e di “streghe”, di passaggio del fronte, di balli sull’aia, di viandanti, siano una perdita di tempo, inutile retaggio di un mondo arretrato. Analoga graduale emarginazione è toccata all’arte, alla storia, alla pratica della lettura: attività legate al passato, mentre noi dovremmo guardare al futuro, come se fossero termini opposti.

Da quel mondo può venire un invito al risveglio culturale, ad aprire gli occhi su una bellezza vicina che finiamo per ignorare. Non è la soluzione ai grandi problemi. Cosa può incidere il racconto di un vecchio contadino nel panorama culturale mondiale? Quanto pesa qualche lattina o bottiglia di plastica raccolta dai bordi delle strade di fronte alla crisi climatica globale? Ma sono piccoli passi nella giusta direzione. In tempi di false certezze non è poco.

Oltre a queste parole, qualche piccola proposta di azioni.

– Non buttare in giro i rifiuti e a non sporcare la natura, ricominciare a guardare la bellezza vicina, a percorrere strade secondarie, e le periferie.

– Ascoltare racconti di persone più o meno anziane e possibilmente registrarli in qualche modo, farsi un diario, magari non quotidiano, prendersi tempo per sé e per provare a capire da dove veniamo, tempo per ascoltarci.

– Camminare di più, da soli o in compagnia, rallentare i tempi di vita, addestrare lo sguardo attento, respirare più profondamente, fermarsi a pensare ogni tanto.

Alle amministrazioni pubbliche:

– controllare e, se è il caso, sanzionare chi sporca le strade e i campi,

– promuovere spazi per la coltivazione della memoria nelle sue varie forme: racconti orali, lettere, foto storiche, foto di album familiari; spazi dove raccogliere storie di personaggi non necessariamente “famosi”: di operai/e, contadini/e, marinai/e, artigiani/e del presente e del passato, ossia di quei costruttori materiali della civiltà che spesso restano anonimi.

Alle scuole:

– dedicare tempo alle  storie dei nostri luoghi, riscoprire la bellezza di piccoli borghi, usare (con moderazione) l’informatica come strumento, senza esaltarla a feticcio;

– nelle stagioni miti fare lezione all’aperto, camminando per le vie della città e su stradelli di campagna.

Al futuro Presidente della Repubblica:

– venire con noi ad ascoltare i racconti di un anziano contadino dell’entroterra e poi, al ritorno, camminando, raccogliere i rifiuti abbandonati in strada.

*Ge.St.O.

QS – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.quisenigallia.it

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