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Canafoglia ai politici locali: “Aiutateci a far crescere la Fondazione Città di Senigallia”

Canafoglia ai politici locali: “Aiutateci a far crescere la Fondazione Città di Senigallia”

Il commissario straordinario, dopo che si è definitivamente allontanata la ventilata ipotesi della sua rimozione, si è messo al lavoro con maggior determinazione, per dare un futuro migliore all’Ente

SENIGALLIA – Alla Fondazione Città di Senigallia i problemi – che non derivano unicamente dai due anni di pandemia – sono tanti. Ed il commissario straordinario, avvocato Corrado Canafoglia, dopo che si è definitivamente allontanata la ventilata ipotesi della sua rimozione – da parte della Regione -, si è messo al lavoro con maggior determinazione, per cercare di dare un futuro (e, possibilmente, anche un ottimo presente) alla Fondazione che è stato chiamato a guidare.

E, questa mattina, nel corso di un articolato incontro con i giornalisti, si è soffermato a lungo sulla pesante situazione dell’Ente, esprimendo anche la sua – personale – preoccupazione per i continui ed inopportuni attacchi da parte di esponenti politici locali. “Tutto questo accade – ha detto l’avvocato Canafoglia – quando invece sarebbe opportuna una maggiore sensibilità nei confronti degli anziani ospiti nella nostra struttura ed una collaborazione, da parte di tutti, per risolvere i problemi e dare un futuro alla Fondazione, alle sue strutture ed alle sue proprietà”.

“E’ chiaro – ha aggiunto l’avvocato Corrado Canafoglia – che non siamo disposti né a liquidare le proprietà dell’Ente, né tantomeno a metterci da parte. Lavoreremo con crescente impegno affinché i beni della Fondazione Città di Senigallia restino patrimonio della comunità”.

Cinquantanove posti per ospitare anziani e trentasei dipendenti. La Fondazione, con strutture, in via Cellini, da “riordinare” al più presto, guarda avanti. C’è ottimismo e voglia di fare, sia da parte del commissario straordinario, sia da parte dei dipendenti (tra l’altro presenti, in buona rappresentanza, all’incontro odierno).

“Le dimissioni del Consiglio di Amministrazione – ha detto in apertura di incontro l’avvocato Canafoglia – non sono state una fuga indecorosa, ma la volontà di segnare un confine netto tra vecchio e nuovo Cda, un atto dovuto date le gravi criticità rinvenute. E questo per non incorrere in responsabilità che sarebbero ricadute sul nuovo Cda se vi fosse stata continuità gestionale”.

“Chi afferma che il report redatto dal Cda è il frutto di mistificazioni forse non sa che esso contiene rilievi e documenti elaborati dal precedente Consiglio di Amministrazione. Il Cda da me presieduto ha solo avuto il coraggio di far emergere gravi criticità che, in parte, anche chi ci ha preceduto aveva rilevato”.

“Chi contesta il report sta contestando anche quanto rilevato dal precedente Cda, per cui come è possibile che chi aveva compiti di governo della città non conoscesse i gravi problemi della Fondazione?

“Il report è stato firmato da tutto il Consiglio di Amministrazione e da due dipendenti che hanno un ruolo specifico all’interno della Fondazione: il responsabile della parte legale/amministrativa e quello della parte contabile”.

“La Regione – ha sempre detto l’avvocato Canafoglia – mi ha chiesto di ripristinare trasparenza amministrativa e legalità, ma soprattutto di risollevare le sorti economiche della Fondazione.

“Il Cda da me presieduto ha sollevato alcuni rilievi sul precedente Cda, riconoscendo comunque che alcuni problemi risalgono a gestioni precedenti al Cda presieduto da Michelangelo Guzzonato.

“Per cui c’è da chiedersi chi ha interesse che le verità oscure della Fondazione non emergano?”

E poi: “Chi dice – ha proseguito Canafoglia – che io sono stato messo qui per svendere ai privati la Fondazione dice una falsità: sono qui per risollevare l’Ente e salvare i posti di lavoro evitando che i privati se ne approprino”.

L’avvocato Canafoglia ha voluto anche puntualizzare che “come presidente del Cda” ha rinunciato ad un’indennità che gli spettava. “Pur potendo richiedere un’indennità quale commissario di gran lunga superiore ho parametrato il mio compenso a quello di un dipendente della Fondazione, che incasserò solo se metterò in salvo l’Ente dopo un duro lavoro”.

Sono state poi sviscerate alcune criticità rilevate:

“Ben 64 delibere dei Cda che si sono succeduti dal 17 novembre 2016 al 15 febbraio 2021 inesistenti e ben 137 delibere dei Cda – sempre da dal 17 novembre 2016 al 15 febbraio 2021 – pur redatte non sottoscritte da tutti i membri del Cda.

“Il Direttore – ha proseguito Canafoglia – è stato impegnato (giugno – luglio 2021) a redigerle, a raccogliere le firme degli ex consiglieri di amministrazione e poi consegnarle al nuovo Cda il 27 luglio 2021. E non tutti gli ex membri le hanno firmate tutte”.

Secondo il commissario della Fondazione manca anche “un controllo interno di gestione dei singoli centri di spesa, che permetta agli uffici ed al Cda di valutare con chiarezza il reale stato patrimoniale e finanziario dell’Ente”.

E manca anche un controllo esterno al Cda, in particolare da parte del Comune di Senigallia.

“Per quanto riguarda il rinnovo dei contratti agrari dei fondi rustici – gestiti da anni sempre dagli stessi soggetti – abbiamo indetto una gara pubblica ottenendo il raddoppio dei canoni e l’ingresso di nuovi imprenditori agricoli.

Altro punto non secondario: “Se la Fondazione necessita di un dipendente – ha detto Canafoglia – deve rendere possibile a chiunque interessato di partecipare ad una selezione con evidenza pubblica”.

L’avvocato Canafoglia ha anche ricordato che il precedente Cda ha chiesto invano – nel periodo tra il 18 dicembre 2020 e l’8 febbraio 2021 – finanziamenti alle banche per 400.000 euro, per far fronte alle necessità immediate di liquidità”.

Questa mattina sono state fornite indicazioni anche sui bilanci degli ultimi 6 anni (dal 2015 al 2020). Quasi tutti con dati negativi. Anno 2015: -171.105.35. Anno 2016: +51.488,27. Anno 2017: – 392.804,77. Anno 2018: – 2.234.653,73. Anno 2019: – 951.683,46. Anno 2020: –1.150.079.

Secondo il commissario straordinario il precedente Cda “attribuiva le perdite d’esercizio al mancato convenzionamento con l’Asur di 20 posti per cure intermedie e poi di 17 posti di Rsa”. “Ma – ha poi aggiunto Canafoglia – da verifiche effettuate anche presso l’Asur è emerso che: a) ad inizio 2018 la Fondazione apriva la Palazzina Sud, ristrutturata e usata solo come sede degli uffici amministrativi, collocandovi 17 ospiti non autosufficienti e lasciando nella Palazzina Nord 42 anziani. L’apertura della nuova Palazzina per il servizio di R.P., a parità di entrate, comportava un notevole aumento dei costi di gestione, richiedendo l’assunzione di personale e l’aumento del costo della cooperativa che forniva servizi esternalizzati.

Quindi Canafoglia ha ricordato che “il Cda prevedeva di sostenere tali costi trasformando parte dei 59 posti letto presenti nelle 2 strutture in Cure Intermedie, che avrebbero permesso un aumento delle entrate. Ma a novembre 2019 emergeva che la Giunta regionale non aveva mai concesso all’Asur i fondi necessari per le Cure intermedie della Fondazione. A luglio 2020 il precedente Cda abbandonava quindi l’idea delle Cure Intermedie e virava sull’ipotesi della Rsa.

“Ma la struttura è accreditata – il 26 novembre 2020 – per 17 posti letto, ma non convenzionata. Ed il nuovo Cda, seguendo la linea dettata dal precedente, anche per non vanificare le tante risorse economiche ed umane profuse nel progetto Cure Intermedie/Rsa chiedeva lumi al dottor Guidi, Direttore dell’Area Vasta 2, che il 18 maggio 2021 riferiva che la Fondazione aveva presentato in ritardo la domanda per il progetto della Rsa”.

“Ed ecco che cosa abbiamo fatto noi – ha proseguito Corrado Canafoglia – per cercare di sistemare le cose. Capillare spending rewiew, improntata al principio del “buon padre di famiglia”, frenando l’erosione del patrimonio dell’Ente, tagliando le spese eccessive per un Ente che si trova in tale complessa situazione economico-finanziaria”.

“Abbiamo soppresso la fornitura di ossigeno gas medicale fornito a pagamento da una ditta esterna (oltre 20.000 euro), posto che la somministrazione è garantita dal Servizio Nazionale Sanitario a costo zero, ricorrendo a bombole di ossigeno prescritte dai medici di base che hanno in cura gli ospiti bisognosi di tale terapia. Razionalizzazione della spesa delle derrate alimentari in misura media del 30 % mensile, imputabile a sprechi. Abbiamo cambiato i gestori di metano/energia elettrica, con risparmio di 8.000 euro l’anno e 6.900 euro annui per la telefonia: su quest’ultima utenza nel tempo erano state attivate fino a 64 linee telefoniche.

“C’è stata poi la razionalizzazione dall’acquisto dei sacchetti per i rifiuti, acquistati con la scritta impressa “Fondazione Città di Senigallia” Ed abbiamo riorganizzato la gestione del personale, avendo trovato una profonda disorganizzazione, con alcuni dipendenti adibiti a mansioni senza averne titoli o mal utilizzati (una dipendente – ha sottolineato Canafoglia – veniva adibita all’occorrenza a dog sitter!).

“Da un controllo è anche emerso che i dipendenti avevano maturato ben 2.049 giorni di ferie non godute, oltre alla banca ore, per una passività di circa 300.000 euro che pesa sul bilancio.

“Siamo anche intervenuti sulle consulenze esterne avendo trovato impegni di spesa per 225.783,73 euro”.

Il Commissario della Fondazione si è quindi soffermato anche sul valore del patrimonio immobiliare. “Nei bilanci – ha detto – è quello indicato nella perizia del maggio 2011 del geometra Castoldi, determinato in 50.461.656 euro distinguendo tra immobili (urbani e rurali) per 11.255.000 euro (tra i quali non rientra il Musinf); terreni agricoli e fabbricabili per 31.137.000 euro, ove spiccano quelli di Via Arceviese (19.318.309 euro) e di Via Camposanto Vecchio/Via Cellini (13.502.107 euro).

“Il mio Cda ha affidato la verifica del valore delle nostre proprietà ad Azimut Servizio Analisi Real Estate, gruppo quotato in Borsa e facente parte della stessa struttura cui il precedente Cda affidava l’investimento di parte delle indennità di Autostrade, che ha indicato in 17.528.419 euro il valore degli immobili.

“Molti edifici ha proseguito Canafoglia – non hanno beneficiato di manutenzione (Musinf, palazzina di via Pisacane, casa colonica di Via Cellini) ed in alcuni casi, la mancata cura comporta la necessità di interventi onerosi, almeno per evitarne il definitivo crollo (Orti del Vescovo, Villa di San Marcello, case coloniche a Trecastelli e Senigallia), con deprezzamento del valore. Per cui la redditività dei fabbricati è estremamente ridotta o inesistente e, in alcuni casi, non commisurata ai valori di mercato (ad esempio il Laboratorio analisi a 1.400 euro mensili), con vari immobili concessi in comodato a cooperative per fini sociali, ma beneficiari di finanziamenti pubblici.

Canafoglia ha voluto anche ricordare che “sono state avanzate proposte di acquisto per alcuni immobili, ma il mio Cda ha sospeso le cessioni per valutarne l’economicità”.

E poi la “palla bollente” dell’esproprio di alcuni terreni – circa 9 ettari – da parte di Autostrade per l’Italia. “Il Collegio Arbitrale – ha detto Canafoglia – calcolava l’indennità in 21.566.892,03 euro, l’80% spettante all’Ente ed il restante 20% all’Asur Marche.

“La Fondazione ricorreva al Tribunale di Senigallia ed Autostrade era condannata a pagare detta somma: si instaurava tale giudizio per incassare un’indennità senza attendere la scadenza dei termini per impugnare avanti la Corte di Appello la determinazione del Collegio Tecnico Arbitrale ed Autostrade nel 2012 versava alla Fondazione l’importo.

“Il 5 ottobre 2017 la Corte di Appello rideterminava però l’indennità d’esproprio, riducendola a 6.729.634,28 euro. Iva esclusa. Ed a questo punto la Fondazione ricorreva in Cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello, nominando un altro legale da affiancare al precedente, che non era cassazionista ed aveva agito giudizialmente contro la Fondazione per essere pagato”.

Canafoglia ricorda anche che “le somme pagate da Autostrade sono state solo in parte accantonate, poiché per buona parte usate per bisogni dell’Ente (acquisto del Musinf per 1.395.000 euro; copertura delle perdite d’esercizio annuali; ristrutturazione delle 2 palazzine ove oggi è ubicata la Residenza Protetta per Anziani per circa 7,5 milioni di euro)”.

Ed a questo punto “se la Cassazione confermerà la sentenza della Corte di Appello la Fondazione dovrà restituire 13.605.136 euro, oltre gli interessi attualmente ammontanti a circa 800.000 euro, oltre ovviamente alle spese legali. Ma l’Ente – ha proseguito Canafoglia – dispone solo di 8.400.000 euro”.

Inevitabile il riferimento ai cosiddetti “Orti del vescovo”. “Il progetto – ha detto Corrado Canafoglia – coinvolge una proprietà immobiliare della Fondazione, della Diocesi di Senigallia, dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero e della Parrocchia di San Pietro Apostolo, quest’ultima uscita dal progetto. Sono stati inoltre coinvolti Comune ed Erap Marche.

“Negli anni la partecipazione finanziaria della Fondazione è passata da 2.780.377,94 euro oltre Iva, agli attuali 3.745.129,56 di euro (più Iva). Il progetto comporterà la realizzazione per la Fondazione di 11 appartamenti e di 11 garage, vincolati per 25 anni ad edilizia sociale residenziale, oltre a 7 negozi”.

Una situazione pesante, per cui, dopo una presa di posizione resa pubblica il 14 maggio 2021, nel corso dell’audizione in Consiglio comunale, è stata confermata la disponibilità degli altri partners del progetto di rivedere la posizione.

Questa mattina si è anche parlato dell’area sulla quale è stato realizzato il nuovo monoblocco dell’Ospedale di Senigallia, inaugurato il 17 gennaio 2010. Ebbene tale area era ed è ancora di proprietà della Fondazione.

L’Area Vasta 2 di Asur Marche, dopo un silenzio di quasi 10 anni, chiede adesso la cessione dell’area in base alla procedura d’esproprio, iniziata nel 1990 dal Comune di Senigallia ma non più terminabile, come dichiarato dall’architetto De Paolis, dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune, che riteneva illegittima tale procedura. Ed a questo punto è chiaro che occorre trovare al più presto una soluzione adeguata anche per questa anomala situazione, considerato anche che, al danno, si aggiunge la beffa se si considera che la Fondazione deve pagare 3.000 euro mensili per l’Imu su quell’area/fabbricato senza percepire – da sempre – alcun importo a titolo di canone.

Il commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia, avvocato Corrado Canafoglia, ha poi concluso l’incontro con i giornalisti, con un accorato appello: “Lasciateci lavorare – ha detto – per risollevare i tanti problemi economici che gravano sulla Fondazione, aiutateci. Smettetela – ha aggiunto rivolgendosi ad alcuni politici locali – con attacchi personali ed infondati, state ostacolando l’azione di risanamento che il sottoscritto, il team di consulenti e tutti i dipendenti hanno messo in campo. Se i politici sono veramente interessati alla Fondazione vengano a trovarci e collaborino con tutti noi, mettano da parte le questioni personali, la Fondazione è un bene di tutta la comunità”.

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