CENTROCULTURA

Le conseguenze dei femminicidi e lo sguardo di chi resta

Le conseguenze dei femminicidi e lo sguardo di chi resta

La giornalista Stefania Prandi, autrice del libro ‘Le conseguenze’, domenica 27 novembre, alle ore 16.30, interverrà all’auditorium San Rocco di Senigallia

SENIGALLIA – Nell’ambito delle iniziative promosse dal Comune di Senigallia in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Cif – Centro italiano femminile – di Senigallia accende i riflettori su una drammatica e attualissima realtà del nostro Paese: i femminicidi. Il punto di vista, stavolta, è quello di chi resta e lo si potrà conoscere più da vicino  attraverso il lungo e approfondito lavoro giornalistico di Stefania Prandi, giornalista e fotografa, autrice del libro ‘Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta’. Stefania Prandi sarà a Senigallia, domenica 27 novembre, alle ore 16.30 all’auditorium ‘San Rocco’ di Piazza Garibaldi.

Un reportage lungo tre anni che racconta, attraverso le parole di chi sopravvive al femminicidio, gli esiti drammatici della violenza di genere. A vivere le conseguenze di queste uccisioni sono madri, padri, sorelle, fratelli, figlie e figli. A loro restano i giorni del dopo, i ricordi immobili trattenuti dalle cornici, le spese legali, le umiliazioni nei tribunali, le accuse mediatiche del «se l’è cercata», «era una poco di buono».

La reazione all’infinito dolore individuale, che da personale diventa politico, fatica a essere riconosciuta a livello istituzionale e mediatico. Eppure sono in molti a non smettere di combattere contro l’invisibilità e il silenzio, nemmeno a distanza di decenni dalla morte delle loro figlie, delle madri, delle sorelle. Il vero amore è questo, non quello degli uomini che le hanno uccise.

Prandi, tra l’altro, affianca i parenti che lottano contro violenze «che accadono perchè c’è il consenso da parte della società». Basti pensare che per l’assassino si cercano attenuanti e presunte ragioni. «E spesso non ci si focalizza sulla donna che è stata uccisa, ma su ragioni individuali di lui, mentre la causa non è mai un raptus». Sta di fatto che coloro che restano non stanno con le mani in mano, si legano in sorta di alleanza, entrano nelle scuole: «È un movimento informale di persone che, con iniziative tra i giovanissimi, cerca di scardinare un sistema patriarcale dove gli uomini hanno totale potere decisionale».

 

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