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Piscina delle Saline, tutti prosciolti da ogni accusa

Piscina delle Saline, tutti prosciolti da ogni accusa

Soddisfatto l’ex sindaco Mangialardi: “Abbiamo sempre operato con correttezza e nell’interesse della città”

SENIGALLIA – “Si chiude definitivamente una vicenda giudiziaria il cui epilogo poteva essere dato per scontato fin dall’inizio e, ancor di più, dopo l’assoluzione con formula nel novembre del 2021 dei miei ex assessori Enzo Monachesi, Chantal Bomprezzi e Gennaro Campanile, ai quali erano imputati i miei stessi capi d’accusa. D’altra parte, insieme al vicesindaco Maurizio Memè e all’ex assessore Simonetta Bucari, avevamo deciso di andare a processo e di non usufruire della riduzione di pena, prevista dal rito abbreviato in caso di condanna, non solo consapevoli della assoluta e inequivocabile correttezza del nostro operato, ma anche fortemente convinti di aver sempre lavorato in modo efficace nell’esclusivo interesse della città, con l’obiettivo di garantire un servizio pubblico che a causa dell’alluvione rischiava di essere compromesso. Un’assunzione di responsabilità che dovrebbe essere il bagaglio di ogni amministratore che ha a cuore la propria comunità e che invece qualcuno ha voluto utilizzare per imbastire un processo politico”.

Così il capogruppo regionale del Partito Democratico ed ex sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi commenta il proscioglimento per prescrizione da ogni accusa nel processo riguardante l’inchiesta sul rinnovo della gestione alla Uisp della piscina delle Saline nel 2015, partita a seguito di un esposto alla Procura di Ancona dell’ex consigliere comunale Giorgio Sartini e della sua ex lista Senigallia Bene Comune.

“Sarebbe molto interessante conoscere quanto è costato questo processo alla comunità – attacca Mangialardi – ma temo che a coloro che lo hanno ispirato, tra cui alcuni che oggi siedono ai vertici dell’Amministrazione comunale, interessi poco. La verità è che, oltre alle ingenti spese processuali che abbiamo dovuto sostenere personalmente, è stato sprecato denaro pubblico perché al confronto politico si è opposta la macchina del fango attraverso ignobili accuse lesive della nostra dignità, con inevitabili ricadute sul piano privato e umano. È stata intralciata l’attività della Procura e sono state distolte le forze dell’ordine da compiti ben più rilevanti. La Lega, con gli onorevoli Pillon e Arrigoni, ha persino scomodato il Parlamento con un’interrogazione che sollecitava il Ministro della Giustizia ad accelerare l’inchiesta. Tutto questo per cosa? Ne è valsa la pena avvelenare così il clima politico della nostra città? Credo che sarebbe davvero un bel gesto se oggi questi sempiterni fustigatori della moralità altrui trovassero il coraggio di porgere le loro scuse. Non a noi, che abbiamo avuto soddisfazione dalla giustizia, ma a tutti i cittadini di Senigallia, che sono stati presi in giro dai loro teoremi”.

 

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