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“Siamo preoccupati per lo smantellamento dei servizi sanitari”

“Siamo preoccupati per lo smantellamento dei servizi sanitari”

di MASSIMO BELLUCCI

SENIGALLIA – Negli ultimi anni ho avuto a che fare spesso con il sistema sanitario, potrei scrivere un libro dalla trama sofferta e senza lieto fine. Spesso nei romanzi o nei film i personaggi si trovano di fronte a problemi più grandi di loro. Io sono uno di quei personaggi. Ottimale, di fronte ad un problema, sarebbe (ovviamente) fare la cosa giusta. Ma quale sia spesso non lo sappiamo. Allora accontentiamoci di non fare la cosa sbagliata; sarebbe già qualcosa.

La prima cosa sbagliata da evitare è pensare che ci sia un partito politico (tra quelli maggiori) che sostiene veramente la sanità pubblica.

Leggo alcuni commenti di cittadini, che fanno parte di comitati che si battono per l’ospedale di Senigallia, i quali, nelle precedenti elezioni, hanno sostenuto l’attuale maggioranza regionale (di centrodestra) poiché quella precedente (di centrosinistra) avrebbe contribuito ad affossarlo.

Leggo inoltre frequenti e roboanti comunicati dei consiglieri regionali di minoranza che accusano la maggioranza di affossare il sanitario. Hanno ragione entrambi.

Sia il centrodestra che il centrosinistra, a livello regionale e nazionale, non hanno fatto né continuano a fare niente per salvaguardare o migliore questo servizio essenziale. Entrambe le parti politiche continuano ad affossare la sanità, con tagli uniti a riforme delle quali non si comprende come possano migliorare i servizi ai cittadini.

Pertanto affidarsi ai principali partiti o alle maggiori forze politiche è la cosa sbagliata.  Da evitare.

Si dirà: nello schieramento di centrosinistra ci sono nuovi leader, nazionali e locali. Ma se vogliono apparire minimamente credibili non dovrebbero puntare il dito su chi è al governo oggi, ma su loro stessi, facendo sana autocritica, anche se da sola non basta, poiché le dichiarazioni pubbliche di molti politici, da tempo, hanno dimostrato di essere sovente vacue. E comunque, anche di autocritica, se ne vede poca in giro.

Lo smantellamento dei servizi sanitari, pur evidente, non passa attraverso decisioni chiare, ma attraverso direttive dal linguaggio criptico, o anche attraverso una mentalità sempre più diffusa i cui risultati sono: il medico di famiglia che non risponde dopo innumerevoli chiamate, le ore passate su una barella nel corridoio del pronto soccorso, il medico che se hai un familiare ricoverato in ospedale non ha tempo per parlarti, la visita specialistica tra un anno, ma con 150 euro tra tre giorni e così via. Problemi non di oggi.

La qualità della vita di tutti, anche di chi è in salute, dipende da queste cose, che ci stanno togliendo.

 

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