ECONOMIASERRA DE' CONTI

“Quando l’agricoltura diventa una commedia”

“Quando l’agricoltura diventa una commedia”

di GIUSEPPE CHIUCCHIU’

SERRA DE’ CONTI – Nel cuore delle affascinanti colline marchigiane di Serra de’ Conti, una sorpresa inattesa attendeva chi avesse osato cercare l’ufficio della Coldiretti. E come in una delle comiche sceneggiature di Dino Risi, la situazione si è rivelata un giro di commedia tutto da scoprire.

Accompagnando un anziano contadino locale per risolvere qualche questione, ci siamo ritrovati in un vero e proprio set cinematografico: un piazzale improvvisato a campo da calcetto, dove quando non giocavano i bambini a calcio si poteva parcheggiare, proprio alle spalle della chiesa, custodiva un oratorio insolitamente diverso dalle aspettative.

All’interno dell’oratorio, l’atmosfera era surreale: un’enorme immagine del volto di Cristo vegliava sulle vicende in corso, con delle sedie blu appoggiate ai lati delle mura. Al centro di questa commedia dell’assurdo, un tizio seduto dietro un tavolo intento con portatile e scartoffie, a sorreggere il tutto un grande elastico verde, quello dei pacchi della spesa, sembrava recitare una parte molto particolare.

Curiosità e meraviglia mi hanno spinto a sondare il mistero, così ho domandato al tizio se si trattasse di una sede provvisoria della Coldiretti. La sua risposta ha assunto una tonalità da sceneggiatura di Alberto Sordi: “Beh, questa è proprio la nostra sede principale per la zona!” Mi sono quindi lasciato andare a un grottesco interrogatorio, chiedendo se fosse solo una situazione temporanea. E come una battuta di Totò, la verità ha fatto capolino con una dose di ironia irresistibile.

“La Coldiretti, sai, si trova con le mani in tasca, quindi 300-400 euro al mese per un ufficio sono un lusso che non ci possiamo permettere”, ha confessato il tizio con un sorriso malizioso. Così, in un autentico clima da commedia all’italiana, un’organizzazione agricola di rilevanza nazionale si ritrova ad operare nell’umile scenario di un oratorio. Un gioco di specchi dove il pubblico si interroga: come possono i contadini prosperare se la loro stessa rappresentanza agricola danza sul filo del budget? Ma il sipario della risata e delle peripezie è sollevato.

Ora è il momento di tornare seri. L’agricoltura è un pilastro delle Marche e dei contadini che ne portano avanti la tradizione. Mi chiedo come si possa arrivare a una situazione del genere. La Coldiretti non dovrebbe mettere in campo le risorse per rappresentare al meglio i suoi protagonisti. Le colline marchigiane di Serra de’ Conti meritano una rappresentanza all’altezza del loro splendore, e i contadini meritano il giusto sostegno per prosperare e crescere. Che la Coldiretti possa uscire dall’ombra del teatro comico e tornare a essere la protagonista della scena agricola con una storia di successo, un lieto epilogo per tutti gli attori coinvolti.

 

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