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Massimo Bellucci: “Chi è antifascista oggi?”

Massimo Bellucci: “Chi è antifascista oggi?”

di MASSIMO BELLUCCI

Antifascismo: vecchia categoria superata o ancora attuale?

Per provare a rispondere sensatamente bisognerebbe chiedersi: chi è antifascista oggi?

Il semplice dichiararsi antifascisti (a parole) basta per salvarsi l’anima (democratica)?

“La repubblica italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…” afferma l’art. 32 della Costituzione italiana, scaturita dalle culture politiche antifasciste e dalla Resistenza.

Ma se sei un dirigente politico nazionale e mentre eri al governo hai smontato la sanità pubblica attraverso massicci definanziamenti (37 miliardi in 10 anni), sei antifascista?

Se sei un rappresentante politico regionale (consigliere, assessore) e mentre eri al governo hai sostenuto (facendo parte della maggioranza) la decisione di chiudere e/o declassare 13 ospedali, sei antifascista?

Se hai sostenuto quelle forze politiche (con l’iscrizione al partito, o col voto), le cui decisioni si sono tradotte in sofferenze per anziani e malati, nonché in problemi per le rispettive famiglie, sei antifascista?

Recandomi in strutture sanitarie pubbliche, o cercando di prenotare una visita specialistica, tocco con mano il peggioramento del servizio, del quale l’attuale governo e l’attuale giunta regionale marchigiana sono certamente responsabili. Ma è una politica in continuità con i governi precedenti.

Qualche giorno fa l’ex presidente del consiglio Romano Prodi si chiedeva perché il Partito Democratico non faccia una crociata a favore del servizio sanitario nazionale, marginalizzato dall’attuale governo. La risposta mi sembra evidente guardando le decisioni di quando era al governo. E appaiono anche irriguardose quelle immagini con i banchetti per la raccolta di firme a favore del servizio sanitario; avevi in mano le leve del governo, strumenti assai più efficaci di un foglio con delle firme. Cosa non si fa per raccattare qualche voto!

Ed è erroneo pensare che sia solo colpa del governo nazionale: anche i sindaci sono figure istituzionali che rappresentano le comunità locali ed hanno competenze in materia sanitaria. E hanno giurato fedeltà alla Costituzione. Ma se sei sindaco e non ti fai adeguatamente sentire quando vedi che tagliano la guardia medica, o se negli organi di informazione istituzionali censuri quei cittadini che mettono in luce i disservizi a livello locale, alla fine contribuisci a quei disservizi.

Tina Anselmi (nella foto, in alto) partigiana e ministra, nel 1978 contribuì in modo determinante alla creazione del Servizio Sanitario Nazionale. Lei poteva dirsi, coerentemente, antifascista.

Di alcuni che vanno alle manifestazioni del 25 aprile (anche muniti di fascia tricolore), avrei dei dubbi.

 

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