CENTROCULTURA

Da giovedì al Palazzetto Baviera la mostra “Acque amate” di Delia Biele e Giulia Caminada

Da giovedì al Palazzetto Baviera la mostra “Acque amate” di Delia Biele e Giulia Caminada

SENIGALLIA – Sarà inaugurata domani, giovedì 29 ottobre, alle 16.30 a Palazzetto Baviera la mostra “Acque amate”, un progetto di fotografia e di poesia di Delia Biele, Giulia Caminada e Giovanni Gastel. L’esposizione sarà aperta fino al 26 novembre, dal mercoledì al venerdì dalle 15 alle 20 e sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.

Le due autrici ragionano e dialogano sulla natura dell’elemento acqua che le accomuna nei rispettivi luoghi di dimora, mettendo a confronto la propensione al caos che genera il mare, nel caso di Delia, con la calma che invece ispira il lago, amato da Giulia.

Un dialogo che è proprio dell’Universo e che dopo le immagini lascia lo spazio anche a componimenti in versi che entrambe hanno sentito di proporre, ispirati proprio al ragionamento complessivo del progetto.

Delia Biele ha scelto come dimora la cittadina di mare marchigiana di Senigallia, meta di vacanze, peraltro divenuta “città della fotografia”, in omaggio al maestro Mario Giacomelli, del quale quest’anno ricorrono i venti anni dalla scomparsa.

Giulia Caminada, vive a Barni e ha negli occhi il colore del lago di Como, meta di turismo internazionale, che coniuga il lirismo dei suoi scorci paesaggistici alla tradizione del Grand Tour Ottocentesco.

Due interpretazioni dell’elemento acqua espresso rispettivamente dal punto di vista del mare e del lago, con immagini che parlano inequivocabilmente delle autrici, degli elementi in comune di entrambe ma anche delle meravigliose differenze che affiorano e che rendono tutto il lavoro ritmico e visionario.

Si affiancano al lavoro delle due autrici i contributi critici del fotografo internazionale Giovanni Gastel, della scrittrice Dacia Maraini e del fotografo e critico Prof. Enzo Carli, che relazionerà anche all’inaugurazione alla presenza delle autorità cittadine.

L’ingresso è libero, previa prenotazione da effettuare al numero 3920757754 in modo da garantire una visita alla mostra nel pieno rispetto delle misure di prevenzione dal rischio di contagio da virus Covid19.

LE BIOGRAFIE

DELIA BIELE

Delia BIELE nasce a Benevento nel 1960, laureata in sociologia, in seguito un master in criminologia, vive e lavora a lungo in Veneto e nel 2013 si trasferisce nelle Marche. Si avvicina alla fotografia già a 15 anni, poi per ragioni di lavoro si forma nella documentazione video-fotografica scientifica per la Polizia di Stato.

Stabilitasi a Senigallia, nel 2015 si immerge nelle realtà delle associazioni fotografiche locali grazie alla frequentazione del “Musinf”, diretto dal Prof. Carlo Emanuele Bugatti, iniziando una copiosa documentazione di fatti ed eventi pubblici.

La sua evoluzione stilistica prende le mosse all’interno di “INTROVISIONE”, movimento artistico multidisciplinare di fotografia, pittura, scultura, musica e poesia, con la Direzione Artistica di Enzo CARLI, allievo ed amico del maestro Mario Giacomelli. Carli, di Delia Biele interprete in “Acque amate”, dice:

“….Le immagini di Delia Biele appartengono ad una visione intimista; dal suo mondo interiore emergono ectoplasmi di civiltà che determinano una realtà potenziale sostenuta dall’eufonia lirica. Un mondo immaginario, così come la mutazione del mare, che si pone al centro della sua ricerca. L’incrocio della conoscenza con il saper fare e saper essere persegue un nuovo modello di riferimento, che rende evento realtà e apparenze del mondo. Come l’originaria nereide, Delia Biele si immerge in queste acque e nella maturità del tempo si sciolgono i ricordi in tracce lievi, sovrapposte come la direzione del pensiero, come “il profondo sondabile” della poesia che l’accompagna….”

Delia Biele, consapevole della sua inclinazione per la ritrattistica, si allontana da Senigallia per incontrare i suoi maestri, proprio nello studio della preziosa figura di grande fotografo e poeta Giovanni GASTEL conosce Giulia Caminada, con la quale sviluppa da subito l’idea di lavorare fotograficamente sull’elemento acqua, comune ad entrambe, affiancando alle foto dei componimenti poetici, felice contaminazione fra arti.

Un lavoro lento e costante durato un anno, che ha visto il suo completamento nel semestre “terribile” del 2020. Un tempo di silenzi e di attese, di solitudini e riflessione che hanno indotto Delia Biele a completare la personale serie fotografica “dialoghi sul mare”, sostituendo alcune immagini con sei piccole Polaroid caricate di un significato profondo. Sei “piccoline”, eseguite ormai a ridosso dell’estate, figlie e testimoni di quel tempo di silenzi, con l’intima esigenza di proporre “…una sottrazione di peso…..”.

GIULIA CAMINADA

Giulia CAMINADA nasce nel 1969 nell’entroterra del Lago di Como e si laurea in Lettere all’Università Statale di Milano. Dedica la sua vita alla famiglia, all’insegnamento e alla ricerca socio-antropologica applicata alle tradizioni del focolare prealpino: numerose sono le ricerche linguistiche e etnografiche svolte sul territorio lariano. Riconosciuta come “Cercatrice di traccia” dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, si affaccia alla fotografia da autodidatta. La passione per la poetica dei paesaggi, i reportage e la ritrattistica fanno sì che negli ultimi decenni la fotografia sia per lei strumento di ricerca, documentazione, comunicazione e arte.

Negli ultimi anni frequenta a Milano workshop dei maestri della fotografia Maria Vittoria Backhaus e Giovanni Gastel. Del 2016 è la mostra Un paese in posa. Ritratto fotografico di una comunità che si è tenuta nella sala consiliare del comune di Barni (Co), il piccolo paese della Vallassina soggetto del progetto fotografico. Contemporaneamente all’esposizione, 40 gigantografie sono state allestite per le vie del paese e ora permanenti, museo etno-fotografico volte a riqualificare il vecchio nucleo del paese. Dell’ultimo anno il progetto fotografico Acque amate in collaborazione con la fotografa Delia Biele e la guida di Giovanni Gastel.

Fra le numerose pubblicazioni, L’of del dì de Natàl (Nodo Libri), Le terre del Lario e del Ticino dalla parte dei bambini (Silvana Editoriale), Vocabolario del dialetto di Barni, Mappa sonora di Cantù, Parole e cose della Val Cavargna (DVD), Vestiario popolare lariano (Nodo Libri), Un paese in posa. Ritratto fotografico di una comunità (Silvana Editoriale).

LA GENESI DELLA MOSTRA

Le fotografe si incontrano per la prima volta e per caso nel 2019 ad un Workshop tenuto dal Maestro Giovanni Gastel, fonte di grande ispirazione per entrambe.

Le affinità fra le due circa il concetto di bellezza e forza in fotografia, si fanno evidenti e generano quasi subito l’idea di lavorare insieme su ciò che le accomuna, l’elemento acqua appunto. Uno schema abbozzato in 24 ore, un’urgenza di comunicare visioni, luci, volumi, materia, colori, concetti, quindi immagini in grado di vivere da sole, ma poi anche parole tenute insieme in componimenti, brillanti di luce propria, insomma un’opera a quattro mani, sensoriale ed insieme concettuale.

L’AZIONE SCENICA

La fotografa Delia Biele, nella sua personale ricerca indaga i “dialoghi sul mare”. Tutto dialoga per lei, il materiale e l’immateriale. Così lascia che anche le sue fotografie dialoghino attraverso la tecnica della sovrapposizione delle immagini. Nascono cosi sei dittici a ciascuno dei quali affianca una Polaroid realizzata con una macchina vintage nel periodo della Fase post Covid-19, (18 immagini finali). Con esse esprime i sei concetti legati all’acqua, in questo caso del mare, che costituiscono l’ossatura del lavoro comune con Giulia Caminada.

Questi sei concetti generano componimenti in versi autonomi, caratterizzati da una certa ingenua spontaneità, sicuramente dettata dall’amore per l’elemento indagato.

La fotografa Giulia Caminada lavora invece a sei trittici (diciotto immagini finali), stilisticamente differenti che si alternano fra loro in un oscillare continuo tra il frammento e l’universale, fra il particolare ed il generale. Ne esce il ritratto di un lago intimo e personalissimo accompagnato da sei liriche che diventano fulcro dell’eterno ritorno in un viaggio mai concluso di conoscenza di sé attraverso il rispecchiarsi nel mondo circostante.

Due interpretazioni dell’elemento acqua espresso rispettivamente dal punto di vista del mare e del lago, con immagini che parlano inequivocabilmente delle autrici, degli elementi in comune di entrambe ma anche delle meravigliose differenze che affiorano e che rendono tutto il lavoro ritmico e visionario.

 

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