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Ladri acrobati gli rubano la pistola: assolto dopo sei anni il proprietario dell’arma

Ladri acrobati gli rubano la pistola: assolto dopo sei anni il proprietario dell’arma

La vittima è un ex imprenditore ostrense, difeso in Tribunale dall’avvocato Roberto Paradisi

ANCONA – Non risponde del reato di omessa custodia di armi il cittadino, che usando l’ordinaria diligenza (nascondendo la pistola in un comodino e tenendo la camera chiusa a chiave), viene derubato dell’arma.

E così ieri mattina un ex imprenditore di Ostra è stato assolto dal Giudice del Tribunale monocratico di Ancona (dottoressa Passalacqua) con la formula più ampia dopo un procedimento penale durato oltre cinque anni.

I fatti risalgono al 2017 quando ladri acrobati si erano arrampicati per oltre 7 metri sulla grondaia della palazzina ed avevano forzato la finestra della cucina dell’appartamento del cittadino ostrense.

Trovate le chiavi della camera in cui erano custodite monete di valore e l’arma regolarmente detenuta, i ladri avevano fatto razzia ed erano fuggiti senza lasciare tracce.

Gli inquirenti, una volta denunciato il furto, avevano iscritto nel registro degli indagati il pensionato di Ostra con l’accusa di non aver diligentemente custodito l’arma. Di parere opposto l’avvocato Roberto Paradisi, che da subito aveva assunto la difesa dell’allora imprenditore ostrense. Secondo la linea difensiva, aver dotato la palazzina di un allarme volumetrico (al momento del furto in pieno giorno non in funzione), aver chiuso a chiave la stanza e aver nascosto la chiave stessa in altro locale sarebbero stati accorgimenti più che idonei a superare la soglia della “ordinaria diligenza” senza poter rientrare in un criterio di “prevedibilità” l’acrobazia di ladri funamboli che sono riusciti ad elidere ogni prudente accorgimento.

D’altra parte, secondo quanto emerso dalla ricostruzione avvenuta in dibattimento, i ladri erano probabilmente dotati di metal detector ed erano riusciti a rintracciare tutti gli oggetti di metallo. Comprese pistola e munizioni. Linea difensiva sposata dal Giudice monocratico che ha assolto l’ex imprenditore perché il fatto non sussiste. “Nonostante fossero maturati i termini della prescrizione – ha dichiarato l’avvocato Roberto Paradisi – abbiamo chiesto in prima battuta la declaratoria di non punibilità perché dopo 5 anni in cui un cittadino perbene ha dovuto subire un lungo procedimento sulla propria pelle dopo essere stato vittima (lui!) di un reato odioso, era necessaria e doverosa una risposta di giustizia piena”.

 

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