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“La tutela delle donne non passa per i minuti di rumore”

“La tutela delle donne non passa per i minuti di rumore”

Per l’avvocato Roberto Paradisi, coordinatore dell’associazione Difesa Legittima Sicura “c’è un vulnus da colmare nel nostro codice penale”. Troppi rapporti predatori restano ancora impuniti

di ROBERTO PARADISI*

SENIGALLIA – Più che un minuto di rumore o campagne per educare alla “affettività” invitiamo Governo e Parlamento, da una parte, a promuovere campagne di prevenzione contro la violenza finalizzate a rendere consapevoli le donne e le vittime vulnerabili sui diritti e sugli istituti già esistenti e a promuovere – come Difesa Legittima Sicura fa ormai dal 2018 in tutta Italia – corsi preventivi gratuiti di difesa personale.

Dall’altra, a coprire un vulnus mai colmato nel nostro ordinamento. Lo stato di soggezione e prostrazione delle donne nei rapporti di amore “tossico” (quelli, per intenderci, in cui il soggetto dominante e violento annichilisce prima di tutto psicologicamente le donne più vulnerabili inducendole ad accettare situazioni e condizioni di grave prostrazione) non permette a queste ultime nemmeno di riconoscere molestie, abusi e violenze, troppo spetto addirittura vissute dalle donne che cadono nella rete di tali “predatori” quali conseguenze normali in un rapporto di coppia.

L’articolo 600 del codice penale (riduzione in schiavitù), alla prova di una giurisprudenza ormai ventennale, si è dimostrato totalmente inefficace se non addirittura inidoneo a tutelare quel tipo di relazioni da cui spesso si generano i meccanismi che portano ai femminicidi. In particolare, la giurisprudenza dominante applica il reato di riduzione in schiavitù solo nei casi di effettiva schiavitù fisica (come la tratta delle prostitute) e non anche nelle relazioni in cui la donna si trova in stato di soggezione prostrazione subendo passivamente ogni tipo di violenza. I giudici infatti hanno sempre sostenuto che tale prostrazione, stando al dettato specifico della norma, deve essere totalizzante. Una prova “diabolica” da fornire, perché è impossibile, anche nell’amore più tossico, che la donna maltrattata non abbia momenti di pur timida reazione. Invitiamo pertanto il mondo politico ad aprire un dibattito concreto su tale “vulnus” dell’ordinamento che rende non tutelabili le donne vittime di rapporti predatori. E invitiamo il Governo a presentare un disegno di legge per modificare o integrare l’art. 600 del codice penale.

*Coordinatore nazionale progetto “Difesa Legittima Sicura”

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“Difesa Legittima Sicura” è una Associazione di Promozione Sociale presente in 18 regioni italiane con una fitta rete di avvocati penalisti, psicologi e palestre di arti marziali affiliate che offrono corsi gratuiti di auto-difesa alle donne vittime di violenza in oltre 140 centri specializzati. Testimonial DLS sono medaglie olimpiche di judo del calibro di Giulia Quintavalle, Lucia Morico, Rosalba Forciniti. DLS è stata chiamata dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati nel dicembre 2018 per presentare le proprie attività sociali su scala nazionale e per esprimere un parere sulla nuova riforma della legittima difesa. Il progetto è stato inoltre presentato all’Università di Perugia, Dipartimento di Giurisprudenza, e al Senato della Repubblica nel novembre 2020.

www.difesalegittimasicura.it

 

 

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