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A Serra de’ Conti non vogliono che l’ex Hotel diventi un maxi-centro di accoglienza per migranti

A Serra de’ Conti non vogliono che l’ex Hotel diventi un maxi-centro di accoglienza per migranti

di MARIO ROMAGNOLI

SERRA DE’ CONTI – Il futuro dell’ex Hotel de’ Conti è diventato a Serra de’ Conti il primo argomento dl dibattito ad ogni livello sia istituzionale che di Associazioni e di privati cittadini.

La struttura ricettiva e di ristorazione di alto livello è chiusa da circa 15 anni.

Sull’argomento interviene sul proprio profilo Facebook Paolo Ubaldi, componente del Comitato Cittadino che aveva organizzato la pubblica Assemblea preso la Sala Italia. “Dopo queste serate fitte di confronti, vorremmo dare ulteriore informazione sulla questione, visto che in tanti ce l’hanno chiesto in quanto non a conoscenza della questione.

“La Società che gestisce l’ex Hotel de’ Conti ha deciso di accettare una proposta di cessione dell’immobile ad una società che si occupa di accoglienza, che ha partecipato ad un bando, in via di definizione, e che andrà ad ospitare sicuramente 50 persone e probabilmente poi si arriverà alle 100. In poche parole la struttura diventerà il secondo centro di accoglienza in Italia per numero di persone, dietro solo all’Hotel Le Terrazze di Arcevia che ne ospita circa 140“.

“Abbiamo istituito un comitato – precisa Paolo – per sensibilizzare tutti gli attori a cercare soluzioni alternative e ad oggi contiamo quasi 200 adesioni, adesioni che proprio per il fatto che molti ancora non sanno, tenderanno a salire e a tal riguardo, trovate i moduli presso  il Cin Cin Bar.

“Crediamo che Serra de’ Conti abbia da sempre contribuito ad accogliere ed infatti la nostra non è una preoccupazione sulle persone. La preoccupazione è sull’impatto che il nostro paese avrà inevitabilmente visto il numero di persone che arriveranno e viste le esperienze, ahinoi non proprio positive, che hanno avuto i Comuni limitrofi.

“L’impatto di un’intera zona che andrà in svalutazione di attività commerciali che andranno in difficoltà, di una convivenza difficile, causa il sovrannumero sopra citato, nei mezzi di trasporto, nelle aree comuni e tanti altri risvolti con cui ci troveremo a confrontarci noi e i nostri figli.

“L’Amministrazione comunale si è espressa ieri sera nel Consiglio al fianco del Comitato e questo ci fa piacere“.

”Se non si riuscirà ad evitare questa nuova situazione – conclude Paolo – lavoreremo per cercare di mantenere il massimo “quieto vivere”. E’ chiaro però che ogni attore di questa vicenda sia consapevole che le scelte che sta facendo avranno impatto sia sulla collettività e sia sulla propria reputazione personale.

 

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