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Telesforo Benigni, un intellettuale di fine ‘700 tra Fermano e Senigalliese

Telesforo Benigni, un intellettuale di fine ‘700 tra Fermano e Senigalliese

SENIGALLIA – Lunedì 28 febbraio 2022 alle ore 19, la rubrica mensile on line “Storie delle Marche”, curata da Ettore Baldetti, giunta al 12° appuntamento e trasmessa da “Adesso Web”, piattaforma no-profit di Stefano Battistini, sarà dedicata a “L’ ‘illuminato’ governatore Telesforo Benigni. Un intellettuale cattolico fra Età dei Lumi e Repubbliche napoleoniche.”

Telesforo Benigni (1746-1802), treiese d’origine e ginesino d’adozione, storico, letterato e antiquario, fu un sensibile interprete della cultura illuministica, sia pure con un’ottica cattolica e filopapalina, come il suo amico ed estimatore fermano Giuseppe Colucci, famoso curatore dei  32 volumi delle «Antichità Picene», una collana settecentesca di storia marchigiana dove il Benigni collaborò.  Cofondatore con il fratello Fortunato dell’ “Accademia Georgica” di Treia, socio e corrispondente di famosi sodalizi culturali italiani, seppe barcamenarsi in un periodo alquanto travagliato della sua vita, tra il diffuso anticlericalismo dell’Illuminismo e delle repubbliche post-rivoluzionarie, con problemi personali e familiari, tra accuse relative a falsificazioni di fonti storiche o oscure operazioni finanziarie e il sofferto  obbligo deontologico di denunciare il fratello filogiacobino.

Ricoprì rilevanti ruoli pubblici e fu altresì governatore a Monte San Giusto, Ostra e Sant’Elpidio a Mare, ma espresse tuttavia la sua massima creatività amministrativa nel quadriennio del governatorato del feudo abbaziale di Barbara, guidato dal cardinale Giovanfrancesco Albani, in cui curò fra l’altro magistralmente il completamento della monumentale chiesa dell’Assunta, pubblicando altresì una relazione storico-artistica e inviando frequenti corrispondenze al primo settimanale regionale: “La Gazzetta della Marca”, pubblicata a Macerata e  recentemente riedita dall’ editore fermano Andrea Livi.

Nelle foto: panorama di San Ginesio; la facciata dell’Accademia Georgica di Treia; abside  e interno della chiesa abbaziale-parrocchiale di Barbara

 

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